26 giugno 2017 13:45
  • La polizia spara sui manifestanti del gay pride di Istanbul. Gli attivisti lgbt erano scesi in piazza per la parata del 25 giugno nonostante le autorità avessero vietato qualsiasi forma di manifestazione per motivi di ordine e sicurezza nazionale. La polizia ha sparato pallottole di gomma contro un gruppo di quaranta attivisti, mentre a piazza Taksim – dove nel 2013 si erano svolte delle violente proteste– era dispiegato un importante contingente di forze dell’ordine. È il terzo anno di fila che la manifestazione viene vietata dalle autorità.
  • Donald Trump ha deciso che non si festeggerà più la fine del Ramadan alla Casa Bianca. Si è interrotta la tradizione ventennale che, dai tempi della presidenza Clinton, celebrava la fine del mese di digiuno sacro per l’islam con la festa dell’Eid al Fitr. Il vicepresidente Rex Tillerson si è rifiutato di ascoltare i suggerimenti dell’ufficio del dipartimento di stato per la religione e, insieme al presidente, si è limitato a inviare un messaggio di auguri.
  • Il Qatar non accetta le richieste dei paesi arabi. Sono stati concessi dieci giorni alla piccola e potente monarchia del golfo per prendere provvedimenti – per esempio la chiusura di una base navale in Turchia e dell’emittente Al Jazeera – e vedere la fine delle sanzioni. Ma Meshal bin Hamad Al Thani, l’ambasciatore qatarino presso gli Stati Uniti, ha dichiarato che l’embargo economico non rappresenta alcun problema per il Qatar, che è perfettamente in grado di continuare a vivere anche sotto sanzioni.
  • Evacuati 600 appartamenti nel quartiere di Camden, a Londra. È in corso da questa notte un’evacuazione per rischio incendi in un complesso di edifici popolari, una decisione presa dal municipio in seguito alla tragedia della Grenfell Tower. Ci sono circa quattromila persone in attesa di una sistemazione provvisoria. Nel frattempo i nuovi controlli del governo sulla sicurezza di numerosi edifici nella capitale inglese mettono in evidenza che sessanta di questi non superano il test di sicurezza.
  • Al premio Nobel Liu Xiaobo è stata concessa la libertà condizionata. La decisione è stata presa in seguito alla diagnosi di cancro terminale al fegato. Xiaobo è ora in cura in un ospedale di Shenyang, nella provincia di Liaoning. Si trovava in carcere dal 2009 con l’accusa d’istigazione alla sovversione contro lo stato dopo aver partecipato alla stesura del manifesto Carta 08. Nel 2010 ha ottenuto il Nobel per la pace per “la sua lunga e non violenta lotta in nome del rispetto dei diritti umani in Cina”.

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