Il 14 luglio comincia Cortona on the move, il festival di fotografia che dal 2011 si svolge a Cortona, una cittadina in Toscana. Anche quest’anno, sotto la nuova direzione di Veronica Nicolardi e del fotografo Paolo Woods, l’evento ribadisce la sua attenzione per l’evoluzione della fotografia documentaria e per il ruolo dell’autore, le sue scelte, i rapporti con i soggetti rappresentati e i limiti del mezzo fotografico.
Me, myself and eye è il titolo di questa edizione, suggerito da Woods e ispirato a una canzone di Billie Holiday. “Desidero che gli spettatori si interroghino su come la fotografia non sia mai assoluta, ma acquisisca diversi significati in base a chi la produce e chi la consuma”, spiega Woods. E aggiunge: “Il mio obiettivo è che vengano infranti i muri artificiosi tra fotografia ‘alta’ e ‘bassa’ e che i visitatori del festival ripartano da Cortona con la convinzione che la fotografia sia il linguaggio più adatto per decifrare il mondo che ci circonda”.
Tra i lavori in mostra c’è Icons di Jojakim Cortis e Adrian Sonderegger. A partire da immagini iconiche della storia della fotografia e della storia contemporanea, i due ricostruiscono in studio dei modelli tridimensionali di queste immagini, e li riprendono da un’angolazione che appiattisce la scena. Questo gioco di copia nelle copia, tra passato e presente, serve a innescare un’esperienza metafisica che fa interrogare lo spettatore sulla natura della realtà e sulle sue riproduzioni.
In American pictures-I just do things il fotografo e scrittore Jacob Holdt ha raccolto oltre 18mila scatti realizzati in cinque anni di viaggi negli Stati Uniti. Raccontano il razzismo, la povertà, l’oppressione, l’amore, l’odio e l’amicizia. A Cortona, i curatori Lars Lindemann e Paolo Woods si sono soffermati sulle foto realizzate nelle case degli stati del sud, negli Appalachi e nei ghetti delle due coste.
Déjà view invece è un dialogo visivo tra due grandi archivi: quello di Martin Parr, uno dei fotografi viventi più conosciuti e apprezzati, e quello di The anonymous project, un’iniziativa artistica nata nel 2017 grazie a Lee Shulman e che raccoglie e conserva diapositive a colori scattate da fotografi non professionisti in tutto il mondo. L’accostamento per similitudine delle foto di Parr a quelle di autori amatoriali mette in moto una riflessione su come cambia il significato di un’immagine a seconda del contesto e del tipo di osservatore.
Oltre alle decine di mostre allestite tra il centro di Cortona, la fortezza del Girifalco e la stazione di Camucia, dal 14 al 17 luglio sarà possibile partecipare a letture portfolio, incontri e presentazioni e workshop. Mentre tutte le mostre resteranno aperte fino al 2 ottobre.
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