03 marzo 2023 17:08

Nel gennaio 1975 il curatore William Jenkins usò l’espressione new topographics per descrivere il lavoro di un gruppo di otto fotografi statunitensi e due tedeschi che coinvolse in una mostra intitolata Photographs of a man-altered landscape, cioè fotografie del paesaggio modificato dall’essere umano. Le loro imagini si soffermavano su dettagli dei luoghi apparentemente banali, fotografati in maniera neutrale, senza emozioni. Quasi tutte queste opere esposte alla George Eastman house di Rochester, New York, erano in bianco e nero, tranne quelle scattate dal fotografo Stephen Shore.

A differenza di molti fotografi di quegli anni, Shore si è sempre confrontato con le nuove tecnologie ed è passato presto al colore, in un momento storico in cui solo la fotografia in bianco e nero era considerata una forma d’arte.

Nel corso della sua carriera ha riflettuto sulla rappresentazione del paesaggio, sui luoghi e gli oggetti che caratterizzano il quotidiano, esplorandoli attraverso vari formati. Nelle sue immagini non esprime giudizi, ma al contrario lascia spazio a elementi che apparentemente sembrano insignificanti, trasformandoli in situazioni degne di attenzione e analisi.

Questo approccio “democratico” lo ritroviamo anche nel suo nuovo libro, Topographies: aerial surveys of the American landscape (Mack, 2023), un’indagine sul paesaggio statunitense visto dall’alto, che ha cominciato nel 2020 e condotto per due anni durante la pandemia. Ricalcando la formula scelta da Jenkins, Shore è tornato a fotografare ciò che conosce meglio, scegliendo però un nuovo punto di vista. Affidandosi a un drone, ha scelto di riflettere sul modo in cui si è evoluto il rapporto tra il paesaggio naturale e quello artificiale, modificato dagli esseri umani, nel ventunesimo secolo.

“Shore ha fatto pratica tutta la sua vita per realizzare le fotografie raccolte in questo lavoro”, scrive Noah Chasin nell’introduzione del libro. “Le persone non sono quasi mai presenti, ma sono evidenti ovunque. Nel bene e nel male, e in misura diversa, sono responsabili di quello che vediamo in queste immagini”.

Le foto sono state scattate viaggiando tra gli stati del Montana, Wyoming, New York, New Jersey, North Carolina, Virginia e Pennsylvania, Nebraska e Wisconsin. Nelle didascalie sono indicati il luogo, la data, l’ora, le coordinate gps e l’altitudine raggiunta al momento dello scatto.

“A una certa altezza si possono vedere i confini all’interno del paesaggio, come un appezzamento di terreno circondato da una struttura creata dall’uomo o un impianto di estrazione sullo sfondo di una vista mozzafiato”, continua Chasin, sottolineando come con questo lavoro Shore offra delle immagini che con qualsiasi altra macchina fotografica sarebbero state impossibili da realizzare.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it