È naturale aver voglia di tornare ai giorni spensierati di prima della pandemia. Ma il 21 febbraio i consulenti scientifici del governo britannico hanno confermato che il ritorno alla normalità è ancora lontano, sottolineando che i tassi di contagio restano alti, che gli ospedali sono ancora pieni di pazienti positivi e che una ripresa del virus potrebbe provocare più ricoveri di quelli dovuti alla variante omicron. Per questo è sorprendente che il premier Boris Johnson abbia deciso di cancellare tutte le restrizioni ancora in vigore in Inghilterra, compreso l’obbligo d’isolamento per le persone positive, il relativo sussidio di cinquecento sterline e il tracciamento dei contatti. I test non saranno più gratuiti per la maggior parte dei cittadini, compresi i dipendenti del servizio sanitario nazionale.

Questa decisione irresponsabile non è guidata dalla scienza, ma dal calcolo politico. Johnson vuole ottenere il sostegno di un pugno di parlamentari conservatori per superare lo scandalo delle feste organizzate a Downing street durante il lockdown del 2020. L’opinione pubblica non sembra d’accordo: solo il 17 per cento approva la fine dell’obbligo di isolamento. Johnson sostiene di voler permettere ai cittadini di esercitare “la responsabilità personale”, ma senza il sussidio molti saranno costretti ad andare al lavoro anche se sono malati e così diffonderanno il virus. Il premier dice che chi vuole può sempre comprare un test, dimostrando la sua indifferenza per chi non può permetterselo.

Il messaggio di Johnson è che la pandemia è finita e si può tornare alla normalità. Ma è un concetto pericoloso, in un paese in cui quasi un terzo degli adulti non è vaccinato. Il covid-19 è in ritirata, ma non è sparito. Per tenerlo sotto controllo sarebbe meglio allentare le regole più lentamente e mantenere i test gratuiti. Johnson ritiene che questo sia troppo costoso, un velato tentativo di diffondere il panico tra gli elettori sullo stato delle finanze pubbliche. Le grandi somme spese durante l’emergenza dimostrano che il governo ha i mezzi per affrontare una minaccia che considera abbastanza seria. La pandemia ci ha insegnato cosa è possibile fare. Forse Johnson teme la diffusione di questa speranza ancor più di quella del virus. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1449 di Internazionale, a pagina 17. Compra questo numero | Abbonati