Tre italiani – un uomo di 42 anni e i suoi genitori – e un togolese sono stati rapiti il 19 maggio a Sincina, nel sud del Mali, vicino al confine con il Burkina Faso. Il sequestro è stato attribuito a gruppi jihadisti, anche se la zona non è stata finora al centro delle loro attività. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo. In un rapporto dell’autunno 2021 l’Istituto sudafricano di studi sulla sicurezza definiva i sequestri di civili “il volto nascosto della crisi maliana”. Dai dati raccolti dall’organizzazione Acled, nei primi otto mesi del 2021 in Mali c’erano stati 318 rapimenti, contro i 617 degli anni 2017-2020. Il 97 per cento delle persone prese in ostaggio era maliano. I gruppi armati ricorrono ai sequestri per diversi motivi, principalmente la richiesta di riscatto, ma spesso i jihadisti hanno preso di mira i funzionari governativi per impedire che le autorità riprendessero il controllo di alcune parti del paese. Il giornalista francese Olivier Dubois, rapito nel 2021, non è stato ancora liberato, ricorda il sito di Rfi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1462 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati