Africa e Medio Oriente

Disinformazione letale

A Sokoto, in Nigeria, il 13 maggio Deborah Samuel, una studente universitaria, è stata lapidata in pieno giorno dai compagni di corso che l’accusavano di blasfemia. Samuel si era lamentata dei troppi messaggi religiosi che circolavano sulla chat degli studenti. I suoi assassini hanno pubblicato sui social network il video dell’omicidio, vantandosi di quello che avevano fatto. In poche ore le immagini hanno circolato in rete in maniera indiscriminata, suscitando i commenti più vari. “Per alcuni gli assassini sono la feccia dell’umanità, per altri degli eroi”, racconta The Continent, mettendo in evidenza come la vicenda abbia acuito le tensioni tra cristiani e musulmani. Allo stesso tempo, scrive il giornale, è partita una campagna di disinformazione, fatta di notizie false su gravi discriminazioni e violenze subite dai musulmani nigeriani, il cui obiettivo era far passare in secondo piano le responsabilità degli aguzzini di Samuel. Finora sono state arrestate solo due persone in relazione all’omicidio. A Sokoto ci sono state manifestazioni per chiederne la liberazione. ◆

Cominciano le espulsioni

Dalla metà di maggio è cominciata l’espulsione degli abitanti di Masafer Yatta, una zona a sud di Hebron, in Cisgiordania, dove più di mille palestinesi vivono in otto villaggi. Decine di abitazioni e altre strutture sono state demolite ad Al Majaz e Khribet al Fakhiet. Secondo gli attivisti per i diritti umani è l’inizio di quella che probabilmente sarà la più grande espulsione di massa di palestinesi dalla guerra del 1967, quando centinaia di migliaia di persone furono cacciate dalle loro terre occupate da Israele. Il sito palestinese Arabi48 ricorda che, dopo una battaglia legale ventennale, il 4 maggio la corte suprema israeliana ha respinto una petizione per fermare lo sgombero di Masafer Yatta, che è stata destinata agli addestramenti militari. Per il Wash­ington Post le demolizioni sono un motivo di preoccupazione per gli Stati Uniti, in previsione della visita del presidente Joe Biden in Israele a giugno. Il momento è delicato anche per l’approvazione, il 12 maggio, di 4.200 nuovi alloggi nelle colonie israeliane in Cisgiordania e per il clima d’instabilità politica. Il 22 maggio la deputata araba Ghaida Rinawie Zoabi, del partito di sinistra Meretz, è tornata sulla decisione di uscire dalla coalizione guidata dal premier Naftali Bennett. La decisione annunciata tre giorni prima voleva essere una protesta contro l’atteggiamento del governo verso gli arabi israeliani.

Il volto nascosto della crisi

Tre italiani – un uomo di 42 anni e i suoi genitori – e un togolese sono stati rapiti il 19 maggio a Sincina, nel sud del Mali, vicino al confine con il Burkina Faso. Il sequestro è stato attribuito a gruppi jihadisti, anche se la zona non è stata finora al centro delle loro attività. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per sequestro di persona a scopo di terrorismo. In un rapporto dell’autunno 2021 l’Istituto sudafricano di studi sulla sicurezza definiva i sequestri di civili “il volto nascosto della crisi maliana”. Dai dati raccolti dall’organizzazione Acled, nei primi otto mesi del 2021 in Mali c’erano stati 318 rapimenti, contro i 617 degli anni 2017-2020. Il 97 per cento delle persone prese in ostaggio era maliano. I gruppi armati ricorrono ai sequestri per diversi motivi, principalmente la richiesta di riscatto, ma spesso i jihadisti hanno preso di mira i funzionari governativi per impedire che le autorità riprendessero il controllo di alcune parti del paese. Il giornalista francese Olivier Dubois, rapito nel 2021, non è stato ancora liberato, ricorda il sito di Rfi.

La guerra nell’ombra

Teheran, 24 maggio 2022 (M. Madadi, ATPImages/Getty)

Il 22 maggio i Guardiani della rivoluzione iraniani hanno annunciato che il colonnello Hassan Sayad Khodaei ( nella foto, un suo ritratto ) è stato ucciso da due uomini in moto a Teheran. Khodaei si occupava delle operazioni dei Guardiani della rivoluzione all’estero, in particolare in Siria. Il presidente Ebrahim Raisi ha attribuito l’omicidio a soggetti legati “all’arroganza globale”, un’espressione usata per indicare Israele e gli Stati Uniti, e ha promesso vendetta. Per il sito Iran Wire l’omicidio “mira a umiliare la repubblica islamica”, ma è diverso da azioni simili commesse in passato perché non è legato al programma nucleare. Secondo il giornale israeliano Haaretz sarebbe connesso alla “guerra segreta tra Iran e Israele”.

Etiopia Il 23 maggio nello stato dell’Amhara più di 4.500 persone sono state arrestate. Per il governo è stata “un’operazione di polizia per proteggere i cittadini e salvare la nazione”. Secondo i partiti di opposizione e alcuni mezzi d’informazione, Addis Abeba ha preso di mira anche attivisti e giornalisti indipendenti.

Tunisia Il sindacato Union générale tunisienne du travail (Ugtt) ha annunciato il 23 maggio il boicottaggio del dialogo sulle riforme promosso dal presidente Kais Saied e un imminente sciopero generale.

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1462 - 27 maggio 2022
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