Chi vuole far saltare
il clima

◆ “Per fermare il clima bisogna fermare le aziende del gas e del petrolio subito” è il titolo di copertina di Internazionale 1466. Da sempre sul vostro settimanale leggo articoli che approfondiscono i problemi relativi al cambiamento climatico. A mitigare l’enorme preoccupazione verso il destino delle generazioni future troviamo esili fiammelle di speranza, però ci scontriamo quotidianamente con il perseverare di scelte che incrementeranno il riscaldamento della Terra. Per esempio, ho appreso di recente che da Bologna e per un tratto di quasi quaranta chilometri la A14 si amplierà con una quarta corsia. Questo faciliterà ancora una volta il trasporto su gomma (sospinto da combustibili fossili), consumando prezioso terreno agricolo. Inoltre, intorno alla mia città si raddoppierà la ss16, già a quattro corsie. Sono tutte scelte che aiuteranno l’industria del petrolio a fare enormi profitti e a soffiare sul fuoco (è il caso di dirlo) dei problemi ambientali.
Marco Balducci

◆ Ho letto l’inchiesta del Guardian sulle aziende del gas e del petrolio. Malgrado fosse molto dettagliata, l’analisi mi è sembrata parziale: si parla solo di investimenti e profitti delle compagnie, che sono enormi. Non si parla però della popolazione mondiale che è raddoppiata negli ultimi cinquant’anni e tenderà ad arrivare a dieci miliardi nei prossimi decenni. Popolazione che giustamente vorrebbe avere un tenore di vita dignitoso, con quello che comporta in termini di consumi energetici. Nessun riferimento ai costi di produzione e di smaltimento delle soluzioni “verdi” e alla fattibilità della transizione energetica nel quotidiano.
Riccardo Pirola

Storia della punteggiatura

◆ Bellissimo articolo, quello di Florence Hazrat (Internazionale 1467). Guardando alla stampa periodica di questi tempi, c’è da annotare la virgola usata a sproposito dopo il soggetto, l’abuso del punto esclamativo, la scomparsa dell’interpunzione mediana tra virgola e punto (due punti, punti e virgole, trattini). Lo stile scrittorio passa anche dalla punteggiatura, vero; ma dubito che si tratti di un gesto controllato, e che tra i pubblicisti oggi ci siano così tanti fan di José Saramago. Temo, piuttosto, che si tratti della perdita di un mestiere che, in un tempo non lontano, identificava ipso facto l’arte di scrivere. Ma forse mi sbaglio, e la maggioranza la pensa proprio come Kurt Vonnegut, e ce l’ha a morte con gli incolpevoli ermafroditi, oltre che col punto e virgola.
Laura Ferro

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Questo articolo è uscito sul numero 1468 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati