◆ Secondo un rapporto del progetto State of carbon dioxide removal, per contrastare la crisi climatica bisogna sviluppare nuove tecnologie capaci di rimuovere il carbonio dall’atmosfera. La cattura e lo stoccaggio del carbonio sono già presenti nei principali piani climatici, ma di solito come metodi naturali, legati alla gestione delle foreste o a iniziative per piantare alberi. Secondo gli autori del rapporto, nei prossimi dieci anni bisognerà invece sviluppare strumenti artificiali se si vuole rispettare gli obiettivi climatici fissati per il 2050. Un esempio è il biochar, un materiale derivabile da prodotti di scarto dell’allevamento e dell’agricoltura, che è in grado di catturare anidride carbonica dall’atmosfera. Un’altra tecnica è l’assorbimento diretto di anidride carbonica dall’atmosfera per poi stoccare il carbonio nel sottosuolo. È in fase di studio anche la cattura del carbonio negli oceani grazie a procedimenti biologici o chimici, e la successiva conservazione nei sedimenti marini.

La Cina è il paese leader in questo campo. Il 32 per cento degli studi scientifici del settore ha come primo autore un ricercatore cinese, contro il 9 per cento degli statunitensi. Pechino è in testa anche nell’innovazione, con il 36 per cento dei brevetti nel 2018. La tecnologia più studiata è proprio il biochar, anche se la maggior parte degli studi non valuta a fondo costi e condizioni locali. Secondo il rapporto, per garantire lo sviluppo tecnologico serve un supporto pubblico maggiore.

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati