Secondo uno studio recente, ascoltare la propria voce è un’esperienza multisensoriale. Spesso quando sentiamo la nostra voce registrata, la percepiamo come strana e sgradevole. È sorprendente, se consideriamo che il suono della nostra voce ci accompagna fin dalla nascita. “È il suono più intimamente legato al sé”, scrivono gli autori. Probabilmente questa reazione è dovuta al fatto che la percezione non dipende solo dal suono condotto dall’aria ma anche dalla vibrazione del cranio. I ricercatori hanno fatto ascoltare a sedici volontari la loro voce mescolata ad altre, più o meno familiari. Quando l’ascolto avveniva attraverso una registrazione, il grado di riconoscimento della propria voce era basso. Quando invece i volontari ascoltavano le voci con cuffie a conduzione ossea, riconoscevano più facilmente la propria. La percezione è quindi legata a sistemi sensoriali multipli. Lo studio potrebbe contribuire a spiegare il meccanismo alla base delle allucinazioni uditive, cioè il fenomeno del “sentire voci”. Potrebbe anche avere applicazioni pratiche, aiutando per esempio i musicisti che si ascoltano in cuffia. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati