Gli antichi abitanti della costa orientale dell’Africa avevano antenati locali, persiani, indiani e arabi. La costa tra il sud della Somalia e il nord del Mozambico è nota per la civiltà swahili, che a partire dal medioevo lasciò molte tracce, tra cui centri urbani con case e moschee. Alcuni ricercatori hanno analizzato il dna di più di cinquanta persone sepolte nella regione tra il 1250 e il 1800, scoprendo che la mescolanza tra popoli cominciò verso l’anno mille, probabilmente con la diffusione della religione musulmana. Nella fase più antica gli abitanti discendevano soprattutto da uomini persiani e indiani, e da donne africane. In seguito la popolazione si mescolò con uomini di origine araba. Finora si pensava che la civiltà swahili fosse di derivazione araba, anche se un antico racconto orale, la Cronaca di Kilwa, riferiva dell’arrivo di un gruppo di mercanti persiani, confermato ora dai dati genetici. Estendendo le analisi potrebbero emergere nuovi elementi. Non si può escludere che la cultura swahili si sia sviluppata prima dell’anno mille e che l’élite locale abbia vantato discendenze straniere per motivi di prestigio. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati