◆ Nel 2022 il settore del trasporto aereo ha rappresentato poco più del 2 per cento delle emissioni totali di gas serra, ma la quota è destinata ad aumentare. L’elettrificazione di altri settori, come il riscaldamento delle case o le auto, procede infatti velocemente, mentre nell’aviazione la transizione rimane molto più difficile. Una soluzione almeno parziale è rappresentata dai sustainable aviation fuel (saf), carburanti alternativi che comportano meno emissioni rispetto a quelli tradizionali. Gli Stati Uniti e l’Unione europea hanno adottato politiche per promuovere l’uso dei saf, ma “il loro impatto reale dipenderà da diversi fattori”, scrive la Mit Technology Review. Alcuni saf possono essere prodotti a partire dalle biomasse, come l’olio da cucina usato o gli scarti agricoli, ma queste risorse potrebbero essere insufficienti per soddisfare la domanda. I carburanti sintetici, o efuel, sono invece prodotti usando anidride carbonica catturata dall’aria e una fonte di energia pulita. Hanno il vantaggio di non dipendere dalla disponibilità di biomassa, ma la loro produzione è molto dispendiosa: per ottenere il carburante necessario al trasporto aereo nel Regno Unito servirebbe una quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili da cinque a otto volte maggiore di quella generata nel paese nel 2020. Sono allo studio delle soluzioni per rendere il processo più efficiente, ma nel frattempo c’è un unico modo per evitare le emissioni dovute ai voli: prendere meno l’aereo.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1532 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati