Come molti altri paesi avanzati, il Giappone si è impegnato a eliminare le sue emissioni di anidride carbonica entro il 2050, ma in realtà rifiuta tutt’ora di mettere fine all’uso del carbone, la fonte d’energia fossile più inquinante. Dal paese asiatico, scrive Bloomberg, è arrivata più della metà dei 6,6 miliardi di dollari investiti nel 2019 nel settore dai paesi del G7. Tra l’altro Tokyo si è battuta per approvare norme che permettono nuovi investimenti nelle miniere di carbone e, dal momento che importa dall’estero buona parte di questa materia prima, organizza corsi di formazione in cui i minatori giapponesi preparano una nuova generazione di lavoratori del settore anche in altri paesi, per esempio nel Vietnam.

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati