La corte suprema indiana l’11 dicembre ha confermato la revoca dello status di autonomia al Jammu e Kashmir, ex stato dell’Unione e oggi formalmente “territorio”. Secondo il presidente della corte, l’articolo 370 della costituzione indiana, che stabiliva l’autonomia del Jammu e Kashmir, era una disposizione temporanea e “non conferiva allo stato una sovranità interna”. L’articolo era stato sospeso dal governo centrale, guidato da Narendra Modi. La sentenza stabilisce inoltre che nel territorio si dovranno indire le elezioni entro il 30 settembre 2024. La notizia è una vittoria per il partito nazionalista indù Baratiya janatha party (Bjp) del primo ministro, che fin dalla sua fondazione si era posto come obiettivo la revoca dell’articolo 370. L’ex governatore del Jammu e Kashmir e leader del partito National conference, Omar Abdullah, ha commentato la sentenza in un video su X (ex Twitter) in cui si dice deluso e promette che la battaglia politica continuerà. Gli abitanti del Kashmir indiano, in gran parte di religione musulmana, dal 2019 hanno visto arrivare immigrati dal resto del paese e temono di diventare una minoranza. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1542 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati