Gli appassionati della musica per piano di Gabriel Fauré (1845-1924) hanno a disposizione molte integrali su disco di alto livello, dal classico Jean-Philippe Collard (Erato) a sorprese come Kathryn Stott (Hyperion). Oggi Lucas Debargue si segnala portandoci qualcosa di nuovo. Sappiamo da tempo che Fauré non era un decadente vaporoso e il pianista francese lo conferma con energia. Spesso più rapido dei suoi concorrenti discografici, suona sempre con grandissima chiarezza. Il suo Fauré è indiscutibilmente solare, con piani sonori perfettamente bilanciati e un’architettura saldissima. L’uso dello straordinario pianoforte Opus 102 di Stephen Paulello è particolarmente adatto alla lettura di Debargue. Ma sarebbe un grave errore limitarsi a questa prima impressione, perché c’è anche una sottigliezza costante. Questa è un’integrale che non scavalca necessariamente le altre, ma s’impone per l’originalità e una profonda onestà.
Jacques Bonnaure, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati