Alla guida dell’orchestra sinfonica della radio finlandese Nicholas Collon rade al suolo gli stereotipi e rivaluta radicalmente il Concerto per orchestra (1950-1954) di Witold Lutosławski. Il direttore libera la musica da accenti più o meno neoclassici, dimostra che non è affatto una brutta copia folclorizzante dell’omonimo lavoro di Bartók e ci restituisce tutta la sua purezza la sua luce cruda e la sua profonda originalità di capolavoro allo stesso tempo figurativo e astratto. La “gioia del suono” debussiana diventa così una lontana filiazione di Stravinskij e Varèse. Forse qualcuno troverà troppo retorico un approccio così articolato, ma è impossibile negare che la veemenza del discorso e il suo profilo movimentato sono frutti di un lucido progetto espressivo. La bella e potente Partita è una sorta di concerto camuffato. Qui al violino c’è Christian Tetzlaff, che suona in maniera energica e brusca, una scelta che dona più audacia al pezzo. La chiarezza solare delle cinque brevi sezioni di Novelette sfiora l’incandescenza. Un disco affascinante sia per il programma sia per le interpretazioni.
Patrick Szersnovicz, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati