L’aspetto che stupisce di più dell’incredibile stagione di Caitlin Clark riguarda il numero di persone che l’hanno vista giocare. Le partite della sua squadra di basket femminile universitaria, le Iowa Hawkeyes, hanno quasi sempre registrato il tutto esaurito. L’università dell’Iowa ha venduto tutti i biglietti per le partite casalinghe della stagione ad agosto del 2023, tre mesi prima dell’inizio del campionato. Clark ha riempito i palazzetti anche quando ha giocato in trasferta – con un aumento del 150 per cento degli spettatori rispetto alla media stagionale – dando una forte spinta all’economia di varie città. I biglietti per la partita di febbraio in cui Clark ha battuto il record di punti nel basket universitario femminile sono stati i più cari di sempre, intorno ai 400 dollari sul mercato secondario. Due settimane dopo, quando la giocatrice ha superato anche il record maschile, i biglietti sono arrivati a costare fino a 546 dollari. Grazie a Clark, il basket universitario femminile riesce a competere con la Nba, il campionato professionistico maschile, in termini di ascolti televisivi. Mentre si giocano le finali della National collegiate athletic association (Ncaa), Clark è chiaramente l’atleta più famosa del basket universitario, forse dello sport universitario in generale.

Il suo successo sta oscurando un cambiamento più ampio e radicale. Dopo decenni in cui sono state trattate come atlete di seconda classe, oggi le donne stanno superando gli uomini in popolarità, interesse e potenziale finanziario. Clark si è trovata al centro di una serie di cambiamenti epocali nell’economia dello sport universitario, affermandosi nel momento ideale per accelerarli e sfruttarli. La sua storia dimostra che non esistono limiti alla popolarità dello sport femminile.

Vedere giocare Clark è un’esperienza ammaliante. Può segnare da qualsiasi pozione del campo, e il modo in cui passa il pallone alle compagne fa pensare che abbia occhi anche dietro la testa. È brava a gestire la fama. Firma centinaia di autografi, si fa fotografare con ragazzi e ragazze e parla volentieri con la stampa. “Quando cerca di uscire dal campo dopo le partite, sembra di vedere i Beatles”, dice il giornalista sportivo Patrick Vint.

Sarà una donna

Eppure cinque anni fa tutto questo talento e tutto questo carisma non sarebbero bastati a trasformare Clark in un fenomeno culturale. Lo sport femminile è stato sempre penalizzato dagli amministratori dei campus e dai dirigenti della Ncaa, che lo consideravano solo una casella da spuntare tra gli obblighi per garantire pari opportunità. Solo di recente i vertici dello sport hanno cominciato a vedere le attività femminili come un’occasione di crescita e non più come un obbligo.

Parte di questo cambiamento nasce dalla constatazione di un fatto evidente da tempo: alle persone piace guardare gli sport femminili. Il softball universitario, praticato dalle ragazze, fa concorrenza al baseball, praticato dai ragazzi, e in alcuni casi ha più seguito. Gli ascolti sono in crescita per la ginnastica e la pallavolo.

Un’altra svolta è arrivata nel 2021, quando l’Ncaa ha deciso, sotto una forte pressione politica e legale, di permettere agli atleti di sfruttare il loro nome e la loro immagine. Quel cambiamento ha creato un incentivo a usare i social media e a monetizzare il seguito online.

Da sapere
Partecipazione delle ragazze agli sport liceali, percentuale (Fonte: National Federation of State High School Associations)

Oggi gli sportivi universitari più famosi sono conosciuti in tutto il paese. Sono influencer con un elevato valore di mercato, e nella maggior parte dei casi sono donne.

Sunisa Lee, ginnasta che ha vinto una medaglia olimpica e che fino al 2022 ha difeso i colori dell’università di Auburn, ha circa 3,1 milioni di follower tra Instagram e TikTok. A volte ha condiviso la palestra con Olivia Dunne, ginnasta dell’università della Louisiana, che ha 13 milioni di follower. Per avere un’idea della distanza con gli uomini, basta pensare che Jayden Daniels, uno dei giocatori di football universitario più noti, arriva appena a 200mila follower su Instagram.

La nuova possibilità di far fruttare questa fama si combina con la crescita dell’apprezzamento per lo sport femminile, generando un boom senza precedenti. I diritti per trasmettere le finali di basket femminile sono stati valutati 65 milioni di dollari, il triplo rispetto all’accordo precedente, firmato nel 2010.

Clark, la punta di diamante di questo sport, ha ricevuto proposte da grandi aziende come Gatorade, Nike e Goldman Sachs. Alcuni opinionisti sostengono che la giocatrice dell’Iowa sia già arrivata all’apice del suo valore economico ancora prima di far parte della Wnba, il campionato professionistico femminile, dove l’anno prossimo guadagnerà appena 77mila dollari all’anno. La Wnba, infatti, non ha lo stesso seguito del basket universitario. Ma è anche vero che nessuna giocatrice è mai arrivata tra le professioniste con la stessa fama di Clark.

La sua potenza economica è ancora più sorprendente se si considerano le dinamiche generali che regolano lo sport in questo momento. Con la rilevante eccezione dell’Nfl, il campionato maschile di football americano, oggi è difficile coinvolgere i tifosi. Il pubblico tende ad annoiarsi presto e i giovani sono più interessati ad altre attività. Visto che non riescono a convincere gli spettatori a restare seduti per tutta la durata degli incontri, le leghe sportive stanno valutando la possibilità di limitare la durata delle partite. Ma ora c’è una persona che sembra avere la capacità di spazzare via queste tendenze e dare al pubblico la sensazione che ogni partita sia l’evento più importante della storia dello sport. Questa persona è una donna. Anche se non sappiamo chi prenderà il suo posto come volto del basket universitario, possiamo scommettere che sarà un’altra donna. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati