L’Italia riserva ancora delle sorprese. Contro ogni previsione, gli elettori del Partito democratico (Pd) hanno eletto segretaria Elly Schlein, la candidata più di sinistra. La deputata, 37 anni, ha un programma dirompente e ha vinto le primarie contro il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che era dato per favorito. Per la prima volta la politica italiana avrà due donne in prima linea: una presidente del consiglio, Giorgia Meloni, dovrà affrontare una leader dell’opposizione.

“Insieme abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione. Anche stavolta non ci hanno visto arrivare. Il popolo democratico è vivo, c’è ed è pronto a rialzarsi”, ha dichiarato Schlein dopo i risultati del voto, a cui ha partecipato più di un milione di persone. “Lo faremo con una linea chiara che metta al centro il contrasto a ogni forma di disuguaglianza, il contrasto alla precarietà per un lavoro di qualità, per un lavoro dignitoso e anche per affrontare con massima urgenza e serietà l’emergenza climatica”.

Femminista, ambientalista e icona della lotta per i diritti lgbt, Schlein deve guidare il partito fuori dalle sconfitte elettorali e dalle divisioni interne che lo hanno portato ai minimi storici.

Nata a Lugano, in Svizzera, da una famiglia statunitense-italiana, ha studiato legge a Bologna. Il nonno materno era un partigiano e quello paterno un ebreo emigrato negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni in Ucraina. Ha partecipato come volontaria alle campagne elettorali di Barack Obama; nel 2014 è stata eletta europarlamentare con il Pd, prima di strappare la tessera del partito ed entrare in uno più di sinistra, che dopo ha lasciato. Rappresenta l’area più progressista del Pd, che secondo lei si è allontanato troppo dalle classi lavoratrici per concentrarsi sul voto delle élite metropolitane.

“È stata più capace di me a dare un senso di rinnovamento al Partito democratico”, ha riconosciuto Bonaccini.

Schlein ha cominciato a farsi conoscere di più all’inizio del 2020, dopo che aveva contribuito a impedire alla coalizione di destra di vincere le elezioni amministrative in Emilia-Romagna, roccaforte della sinistra. Ha raggiunto la notorietà quando ha condiviso sui social network un video in cui lasciava senza parole il lea­der della Lega Matteo Salvini sulla gestione dei migranti. Da allora è l’astro nascente della sinistra italiana.

Per due anni e mezzo è stata vicepresidente della regione e alle ultime elezioni è stata eletta deputata come indipendente nelle liste del Pd. Non esita a presentarsi come l’antitesi di Meloni, e nell’ultima campagna elettorale è stata ampiamente applaudita quando ha ribaltato il famoso slogan della leader di Fratelli d’Italia – “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana” – gridando: “Sì, sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre. Ma questo non mi rende meno donna”.

Dialogo con i cinquestelle

Bonaccini rappresenta una figura classica della sinistra italiana, con esperienza, solidità, fama di buon amministratore e di moderato. Per questo alcuni l’hanno ritenuto troppo simile a leader recenti, come l’ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti o l’ex presidente del consiglio Enrico Letta. La scommessa di Schlein può essere considerata azzardata in un paese tradizionale come l’Italia, ma è anche una boccata d’aria fresca in un partito che aveva urgente bisogno di rinnovarsi e che è stato spesso accusato di essere ossessionato dalla permanenza al governo. Schlein si è battuta contro questo atteggiamento nei suoi primi anni da attivista, quando è stata tra i giovani che hanno lanciato un gruppo – OccupyPd – per occupare la sede del partito in segno di protesta per l’accordo con la destra di Silvio Berlusconi.

“Saremo un bel problema per il governo di Giorgia Meloni. Da oggi daremo un contributo a organizzare l’opposizione. A difesa di quei poveri che il governo colpisce, delle lavoratrici e dei lavoratori precari sfruttati, della scuola pubblica. Faremo le barricate contro ogni taglio alla sanità”, ha garantito. Il suo primo obiettivo sarà avvicinarsi al Movimento 5 stelle per stabilire come contrastare il governo di destra e per riconquistare gli astensionisti, molti dei quali votavano a sinistra. Inoltre deve ringiovanire un partito in balia delle correnti. ◆fr

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati