Il primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina ha spinto la Cina a spiegare la sua posizione sulla guerra. Il documento pubblicato lo scorso 24 febbraio non contiene sorprese: invita ancora una volta le parti coinvolte a sostenere una soluzione diplomatica del conflitto, attraverso il dialogo e i negoziati, per mettere fine alla distruzione che causa migliaia di morti e di sfollati tra i civili ucraini e alle perdite registrate tra i militari di entrambi gli schieramenti.

Il documento segue la pubblicazione di un sondaggio dell’European council on foreign relations da cui emerge che i cittadini di Cina, India e Turchia sperano in una risoluzione rapida della guerra, anche se questo dovesse significare perdite territoriali per l’Ucraina. Secondo lo studio, inoltre, la maggior parte dei cinesi ritiene la Russia un “partner necessario”. I cittadini di Stati Uniti ed Europa occidentale, invece, vogliono aiutare l’Ucraina a sconfiggere la Russia, percepita come un avversario.

Esiste un evidente divario tra le opinioni pubbliche dell’occidente e del resto del mondo, e secondo Pechino le regole non possono essere decise da pochi paesi che la pensano allo stesso modo. In uno storico discorso il presidente cinese Xi Jinping ha spiegato che “la modernizzazione dei paesi in via di sviluppo non deve per forza essere sinonimo di occidentalizzazione”. Il documento sulla guerra in Ucraina ribadisce lo stesso concetto. Il problema, però, è che le potenze occidentali non solo hanno una posizione totalmente diversa, ma anche un obiettivo finale differente.

Cercare una soluzione diplomatica significa accettare dei compromessi. Ma se gli Stati Uniti continueranno a respingere qualsiasi tipo di negoziato, la Cina non potrà fare molto. Di certo non aiuta il continuo tentativo di Washington di denunciare il presunto coinvolgimento di Pechino nella guerra, insinuando senza alcuna prova che starebbe fornendo armi a Mosca. Resta difficile capire quali vantaggi potrebbe trarre Pechino da un coinvolgimento diretto o da un prolungamento del conflitto.

L’obiettivo della Cina è raggiungere un compromesso tra un partner strategico come la Russia e l’Ucraina, un paese con cui Pechino mantiene rapporti di amicizia. Per come stanno le cose, però, a meno di un cambiamento nella posizione dell’occidente, è improbabile ottenere dei risultati. Questo non renderà più facile convincere il leader russo Vladimir Putin della necessità di accettare un compromesso, sia pure in linea di principio. Purtroppo, senza dialogo e senza negoziati, a rimetterci potrebbero essere la sicurezza europea e la stabilità globale. ◆gim

South China Morning Post
è un quotidiano in lingua inglese fondato a Hong Kong nel 1903. Nel 2015 è stato acquistato da Jack Ma, fondatore del colosso della tecnologia cinese Alibaba. La sua indipendenza da Pechino si è ridotta dopo l’introduzione della legge sulla sicurezza nazionale nel 2020.

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati