Cultura Schermi
France
Léa Seydoux, Benjamin Biolay, Blanche Gardin
Francia / Italia / Belgio / Germania 2021, 134’. In sala
France (de)

France di Bruno Dumont è un film a due facce. Testa: un attacco in piena regola, rabbioso e debordante a una società dello spettacolo mutevole, oggi rigenerata da canali d’informazione, social network e stampa scandalistica. France de Meurs (Léa Seydoux) conduce un programma tv di successo su un importante canale all news e regna su questo mondo come un’alta sacerdotessa. Croce: bisognerebbe leggere France come se si trattasse di un grande romanzo ottocentesco – Anna Karenina, Madame Bovary – intitolato alla sua protagonista. La storia di una donna catturata nella sua stessa trappola: vende eventi alle masse ma è incapace di parteciparvi. Almeno finché non investe un ragazzo in scooter. Infine France è la storia segreta di un volto, quello di Léa Seydoux, forse al suo ruolo più importante, quello di una principessa al tempo stesso compresa e martirizzata da Bruno Dumont. Intuisce che la vita è altrove, non si sa dove, collocata in una zona irraggiungibile e metafisica che è sempre, con Dumont, fuori campo.

Muriel Jourdet, Le Monde

Petite maman
Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse
Francia 2021, 72’. In sala

Anche se ha abbandonato gli spettacolari orizzonti della Bretagna del settecento, l’autrice di Ritratto di una ragazza in fiamme continua a farci allargare lo sguardo. Con un’apparente semplicità, in un film intimista, stavolta esplora i legami misteriosi che nascono dall’amore materno. Nelly, otto anni, ha appena perso la nonna e passa qualche giorno nella casa di campagna dov’è cresciuta sua madre, Marion. Avventurandosi nei boschi circostanti Nelly incontra una bambina della sua età che le somiglia come una goccia d’acqua e si chiama Marion. La sua mamma da piccola. Senza effetti speciali né spiegazioni soprannaturali, Céline Sciamma inventa un territorio fantastico, ancor più potente perché essenziale, dove Marion e Nelly intraprendono un viaggio di riunione e separazione, nel tempo e nei sentimenti. Petite maman affascinerà chi segue Sciamma fin dagli esordi per gli interrogativi che si pone sull’identità femminile. Ma può toccare il cuore di chiunque. Perché il viaggio personale s’interseca con esperienze universali che possiamo vedere con gli occhi degli adulti e con lo sguardo di un bambino.

Frédéric Strauss, Télérama

Halloween kills
Jamie Lee Curtis, Judy Greer, Andi Matichak
Stati Uniti 2021, 106’. In sala
Halloween kills (dr)

Halloween kills sa cosa siete venuti a cercare. È già nel titolo. E da questo punto di vista non delude: il serial killer Michael Myers traccia una cruenta e contorta scia di omicidi nella povera vecchia Haddonfield, nell’Illinois. Halloween kills è un cupo sequel dell’ultimo Halloween del 2018 e comincia esattamente dove finiva quel film, con Myers chiuso nella cantina della casa in fiamme di Laurie Strode (Jamie Lee Curtis). Ma gioca di sponda anche con l’originale del 1978. A connettere le varie pellicole sono Michael, Laurie, che peraltro ha un ruolo marginale, e altri sopravvissuti a quella lontana notte delle streghe, alcuni decisi a chiudere i conti con il loro incubo. Halloween kills è il secondo film di una trilogia, quindi possiamo immaginare chi l’avrà vinta. Del resto i secondi capitoli di una trilogia sono sempre i più complicati e speriamo quindi che il terzo, Halloween ends, riesca a riscattare anche questo.

Sara Stewart, New York Post

Un figlio
Sami Bouajila, Najla Ben Abdallah
Tunisia / Francia / Libano / Qatar 2019, 96’. In sala

Fares e Meriem sono una coppia felice. Hanno un figlio di dieci anni, Aziz, e la primavera araba lascia sperare un futuro migliore per la Tunisia. Ma la tragedia è dietro l’angolo. Al ritorno da un fine settimana a Tataouine la loro auto cade in un’imboscata, Aziz rimane ferito e ha bisogno di un trapianto di fegato. Il padre si offre, ma un altro colpo di scena getta la coppia in un ulteriore incubo di mutismo e incomunicabilità. Mehdi Barsaoui si lancia in un dramma al rallentatore, evitando così di cadere nel melodrammatico, e affronta un problema delicato in modo unico.

Eric Neuhoff, Le Figaro

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1432 - 22 ottobre 2021
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