Cultura Schermi
Doctor Strange nel multiverso della follia
Benedict Cumberbatch, Elizabeth Olsen, Chiwetel Ejiofor
Stati Uniti 2022, 126’. In sala
Doctor Strange nel multiverso della follia (dr)

Eccoci di nuovo nel bizzarro mondo rococò del Doctor Strange, il carismatico chirurgo della Marvel interpretato con solida convinzione da Benedict Cumberbatch. Sam Raimi sostituisce Scott Derrickson alla regia, dispensando più o meno la stessa estetica da action movie lievemente sinistro. In questo secondo capitolo il Doctor Strange porta la sua mente straordinaria in giro per il multiverso, in cui coesistono infinite realtà alternative, affrontando il concetto, che altri film trattano con un’eccessiva serietà, con umorismo e un tocco di surreale melodrammaticità. Dopo aver assistito con il cuore spezzato al matrimonio della sua ex (Rachel McAdams) Strange si rende conto di dover proteggere un’adolescente (Xochitl Gomez) capace di passare da una realtà all’altra. Ma prende anche la fatidica decisione di farsi aiutare dall’ex Avenger Wanda Maximoff (Elizabeth Olsen), ossessionata a sua volta dalle visioni di una realtà in cui la sua unica ragione di vita sono i suoi figli. Certo, le infinite realtà tendono a ridurre l’impatto drammatico di quello che succede in ognuna. Ma il tutto è gestito con leggerezza e ci si diverte.
Peter Bradshaw, The Guardian

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday
Andra Day, Trevante Rhodes
Stati Uniti 2021, 126’. In sala

La vita di Billie Holiday è stata così piena di eventi, tragedie e trionfi che forse si può considerare un’impresa riuscire a fare un film noioso su di lei. E la cosa è ancora più sconvolgente se si considera che questo è stato diretto da Lee Daniels, la cui carriera è costellata di alti e bassi (i critici non finiranno mai di accapigliarsi su quali sono gli alti e quali i bassi tra le sue opere), ma che non ha mai fatto niente che non fosse memorabile, anche se terribile. Il suo film biografico su Billie Holiday però, nonostante sia ben recitato (specie dall’attrice protagonista Andra Day) e ben realizzato, è così fiacco e frammentato che non riesce mai a colpire fino in fondo. Gli Stati Uniti contro Billie Holiday è costruito intorno alla persecuzione della cantante da parte dell’Fbi, per la sua tossicodipendenza ma anche per motivi politici e razziali (in particolare per la sua interpretazione della canzone sul linciaggio Strange fruit di Abel Meeropol). Vuol essere quindi una lezione di storia, ma è così monotona e statica che si perde per strada ogni senso di autenticità.
Bilge Ebiri, Vulture

Noi due
Shai Avivi, Noam Imber, Smadi Wolfman
Israele / Italia 2020, 94’. In sala

Una delle migliori performance del 2020 arriva dall’attore israeliano Shai Avivi nei panni di Aharon, un padre che ha messo in pausa la sua vita per prendersi cura del figlio autistico Uri (Noam Imber). La loro vita insieme è fatta di ritmi lenti, almeno a prima vista caratterizzata da un dolce spirito di squadra. Ma il precario equilibrio necessario per impedire a Uri di soccombere alla malattia sta consumando ogni cosa e ad Aharon è costato già il matrimonio e una carriera da illustratore di successo. Uri è ormai un uomo e sua madre insiste per metterlo in una struttura in cui possa essere assistito giorno e notte. Convinto però che il figlio non sia pronto per lasciare la loro casa, Aharon intraprende con lui un viaggio. Ricco di sensibilità e di calore, questo tenero dramma familiare rivela gradualmente il fatto che Aharon dipende dalla relazione padre-figlio almeno quanto Uri.
Wendi Ide, The Observer

L’audizione
Nina Hoss, Simon Abkarian, Ilja Monti
Germania / Francia 2019, 99’. In sala
L’audizione (dr)

Nel cinema, la musica non corrisponde necessariamente ai buoni sentimenti (basterà citare La pianista). Costruendo una storia sullo studio del violino, Ina Weisse si concentra sui momenti di tensione tra un goffo studente e la sua insegnante. La formidabile Nina Hoss interpreta questo bellissimo personaggio femminile da cui tutti reclamano amore e attenzioni, il suo studente così come il marito e il figlio, anche lui studente di violino. Ma questa delicata partitura non trae giovamento da una variazione verso il thriller psicologico, troppo improvvisa, acuta, crudele, poco armonica.
Frédéric Strauss, Télérama

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1459 - 6 maggio 2022
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