Cultura Schermi
Boiling point. Il disastro è servito
Stephen Graham, Jason Flemyng
Regno Unito 2021, 92’. In sala
Boiling point (Dr)

Quando salta fuori un film realizzato “in un unico piano sequenza”, sorgono due domande. Primo, se davvero si tratta di un’unica lunga sequenza e, se no, dove si nascondono gli stacchi. Secondo, se questa scelta serve attivamente alla narrazione o se si tratta solo di un espediente. È noto che Alfred Hitchcock ha definito il suo Nodo alla gola (1948) un’acrobazia, ammettendo a François Truffaut di non sapere chi gliel’abbia fatto fare. Più di sessant’anni dopo, Birdman, il vincitore del premio Oscar del 2015 di Alejandro González Iñárritu, non è risultato meno acrobatico: tecnicamente abbagliante, ma alla fine vacuo. Forse il miglior complimento che si può fare all’esordio a basso budget di Philip Barantini è che più di una volta ci si dimentica che è girato in un’unica sequenza perfettamente orchestrata. In più la tecnica, che evoca l’esperienza del panico che lentamente ti assale, è molto efficace. Forse anche perché, come il thriller tedesco Victoria (altro film realmente realizzato in un’unica sequenza), è prima di tutto un dramma avvincente. Stephen Graham interpreta Andy Jones, un uomo sull’orlo del baratro, chef di un ristorante a sua volta prossimo al caos in una serata particolarmente complicata. Andy è sopraffatto e scarica il suo stress sugli altri. Un mondo frenetico in cui tutti hanno una storia, un complesso mosaico di voci individuali che si elevano tutte in un unico grido. Il risultato è una commedia che tra nervosismi e umorismo macabro si dirige verso la tragedia.
Mark Kermode, The Observer

Un anno, una notte
Nahuel Pérez Biscayart, Noémie Merlant
Spagna 2022, 120’. In sala
Un anno, una notte (Dr)

Il 13 novembre 2015 Ramón González è sopravvissuto alla strage del Bataclan, a Parigi, e ha raccontato poi la sua storia nel libro Paz, amor y death metal. Il film di Isaki Lacuesta è basato su quel libro e comincia immediatamente dopo l’attentato, quando Ramón (Nahuel Pérez Biscayart) e la sua compagna Céline (Noémie Merlant) vagano come due sonnambuli, avvolti in delle luccicanti coperte termiche. Gli avvenimenti a cui sono sopravvissuti saranno poi narrati alternandoli alla loro vita dopo quel trauma. Ramón è ossessionato da quella notte. Céline invece rimuove, al punto che quasi nessuno, tranne Ramón e pochi altri amici, sa che lei è stata al Bataclan in quella tragica serata. Nel modo opposto di affrontare quel trauma germogliano l’incomprensione e la discordia. Nonostante una sceneggiatura discontinua e qualche lungaggine, Un anno, una notte riporta in modo cristallino il dramma dei sopravvissuti che devono imparare a convivere con i loro fantasmi.
Enrique Colmena, Criticalia.com

Il piacere è tutto mio
Emma Thompson, Daryl McCormack
Regno Unito / Stati Uniti 2022, 97’. In sala

La stanza dell’albergo abbastanza anonimo che fa da sfondo alla commedia Il piacere è tutto mio è pulita e carina. Per niente equivoca o erotica. Ideale quindi per un film ambientato in un limbo tra fantasia e realtà. La stanza è stata prenotata da Nancy (Emma Thompson), una donna di una sessantina d’anni che sembra pronta per una riunione d’affari. Poi arriva Leo (Daryl McCormack), molto posato, molto più giovane e presto seminudo. È un lavoratore del sesso. Per Nancy è la prima volta con un professionista e lei è evidentemente a disagio. Il film è molto teatrale, ma la regista Sophie Hyde fa del suo meglio per adeguarlo al grande schermo e l’energia comincia a fluire tra l’ansia di Nancy e la tranquillità di Leo. In alcuni momenti la sceneggiatura di Katy Brand sembra troppo controllata, toccando ogni argomento sensibile, guidando la discussione dall’immagine del corpo all’etica del lavoro sessuale. Ma la scrittura spesso è molto aggraziata, sincera e divertente. Un po’ come la lista dei desideri di Nancy, che anche se non svela nessuna perversione, è acuta nello svelare le storie segrete dei due protagonisti. Tra i protagonisti, McCormack non se la cava male, ma il film appartiene a Emma Thompson. Fa sembrare tutto facile, mentre svela fino in fondo la storia del suo personaggio, la sua vita sessuale mai vissuta pienamente, lasciando scivolare via ogni cliché, come i vestiti sul pavimento della stanza.
Danny Leigh, Financial Times

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