Casa Trelawney
Se è possibile dividere le opere narrative in quelle che premiano l’immobilità e quelle che premiano il movimento, allora La notte delle farfalle _di Aimee Bender appartiene alla prima categoria. I suoi testi precedenti erano dedicati, come questo, a trasfigurare il paesaggio domestico americano attraverso la magia, la fantasia, l’incanto. Ma se quei libri erano anche spinti dal movimento e dal cambiamento, _La notte delle farfalle, al contrario, stabilisce presto il suo terreno e ci rimane. Resiste a diventare qualcosa di diverso da ciò che le sue pagine iniziali suggeriscono che sarà. Eppure la sua particolare qualità d’immobilità è così carica di mistero e intensità che il libro non sembra mai statico. All’inizio del romanzo, prima che le sue ossessioni soffochino la sua vita, la narratrice, Francie, occupa un posto da manager in un negozio di cornici. Per tre volte, durante l’infanzia, Francie ha assistito a una sorta di reificazione mistica: un’immagine a cui aveva prestato attenzione si è staccata dalla sua superficie. Una farfalla da un paralume, uno scarabeo da un foglio, una rosa da una tenda della finestra. Per tutto il resto del romanzo la donna cerca di capire questi strani eventi, lasciandoci con l’inquietante sensazione che anche noi siamo oggetti che sono scivolati accidentalmente nell’essere e che, come la farfalla, lo scarabeo e la rosa secca, non dovremmo essere qui.
Kevin Brockmeier, **
**The New York Times
La nostra parte di notte _è un romanzo horror che abbraccia le regole di questo genere narrativo con un rigore e un entusiasmo macabramente festosi. È vero che i precedenti racconti dell’argentina Mariana Enríquez appartenevano già al genere, ma qui c’è un salto verso la semplicità, un’assunzione di modelli e cliché rintracciabili nelle forme più popolari del gotico, e l’elaborazione meticolosa di una terrificante mitologia occulta. È una storia sull’eredità familiare e il suo impatto sulle coppie. È una storia sulla paternità, sulla crudeltà che occorre per compiere il bene. È un romanzo sul potere, sulla velocità con cui il potere e il denaro viaggiano in un mondo a due velocità. È un romanzo sul desiderio, incontrollabile e multiforme, al limite della morte o della violenza. Parla di amicizia. In larga misura, e con meticolosa morbosità, parla di corpi: torturati, scomparsi, violentati, ispezionati o sottoposti a interventi medici, radiografati, posseduti da anime nere, lacerati, inumiditi dal calore o dal fuoco, rapiti. Forse tutto questo può essere riassunto in una sola affermazione: _La nostra parte di notte è un romanzo sull’Argentina della seconda metà del secolo, sul corpo dissacrato o invocato di Perón, sulle dittature e le famiglie onnipotenti che uccidono nell’impunità, sulla domanda di memoria. Una storia che ha anche le sue reliquie, i suoi fantasmi, i suoi cadaveri putrescenti, le sue prigioni zoologiche in scantinati innominabili.
Nadal Suau, El Mundo
La prima raccolta di racconti di Nicole Krauss, Essere un uomo, è all’altezza della sua fama di “scrittrice per scrittori”. Molti di questi racconti riguardano donne ebree d’intelligenza sbalorditiva. Tutte le narratrici usano un tono freddo, spesso forgiato dalle durezze della storia. Con agghiacciante disinvoltura, Krauss trasmette le realtà omicide che si nascondono dietro le superfici sociali. Inevitabilmente si parla di ebraismo, spesso con intima arguzia. È l’allucinante Guardando Ershadi, con una ballerina e la sua amica ossessionate da un attore iraniano, che sembra distillare l’urgenza dell’arte di Krauss. Ciò che Ershadi rappresenta per le donne continua a occupare la mente e il cuore del lettore, come gran parte di questa bella raccolta.
**Joan Frank, **
Washington Post
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