Cultura Suoni
She walks in beauty
Marianne Faithfull e Warren Ellis (Rosie Matheson)

John Keats coniò il termine “capacità negativa”, intesa come la capacità di restare sospesi tra dubbi e incertezze, opposta al desiderio di trovare soluzioni razionali. Le idee del giovane poeta hanno influenzato la cultura nei duecento anni successivi e Marianne Faithfull gli ha dedicato addirittura un album nel 2018. She walks in beauty è un progetto nato dalla passione, nel quale la cantante britannica legge undici poesie romantiche su ambientazioni costruite da Warren Ellis, storico architetto sonoro dei Bad Seeds. Faith­full potrebbe leggere un documento legale e farlo sembrare bello. È un’insolita fusione tra lieder e musica ambient, grazie alla sensibilità che Ellis ha già mostrato in Ghosteen di Nick Cave. L’incessante ninna nanna della voce che dà l’impronta a tutto il disco sembra però un reading di poesia durato troppo. Inoltre in un’epoca in cui si ascoltano esperimenti eccitanti con lo spoken word, l’uso che se ne fa in questo disco è sconcertante. Nonostante questo Faithfull ed Ellis invitano la nostra immaginazione ad andare indietro nel tempo. L’album nasce dalle polarità che la vita condivide con la poesia romantica: la morte e la meraviglia. Se avete conosciuto la seconda, l’ultimo anno ci ha ricordato che la prima non è mai lontana. Ma la meraviglia è ancora lì, nello stesso cielo azzurro che ha affascinato gli scrittori del passato.

Daniel Felsenthal,
Pitchfork

Second line
Dawn Richard (Petros Koy)

A un primo ascolto, il nuovo album dell’artista rnb di New Orleans Dawn Richard pubblicato dall’etichetta Merge (quella di Arcade Fire, Neutral Milk Hotel e Superchunk) può sembrare strano, ma in realtà ha perfettamente senso. Anzitutto perché Richard ha passato l’ultimo decennio a seguire una propria strada personalissima che la liberasse da qualunque convenzione e da qualunque stereotipo. Second line è un’incursione nel passato: la madre dell’artista è presente in tutti gli interludi tra un pezzo e l’altro, e il tema centrale dell’album è l’essere donna, nera e musicista elettronica in un contesto musicale che fa fatica a non considerarla solo un’interprete di musica scritta da altri. In Second line Dawn Richard si trasforma nel suo alter ego King Creole, “un’assassina di stereotipi, una ragazza nera del sud arrivata a un punto di svolta della sua carriera”. Second line può sembrare solo un album dance ma è anche molto di più: è musica per divertirsi ma anche per riflettere. Il brano Pressure, con la sua derivazione dal bounce di New Orleans (un sottogenere dell’hip hop) e il suo ritornello euforico, è l’esempio più calzante della capacità di Richard di mescolare i generi.
Jasmine Kent-Smith, Resident Advisor

Endless arcade

Mai sottovalutare i musicisti di una certa età. Potrebbero tornare con più energia di prima, qualunque cosa la vita gli abbia riservato. È questo il caso dei Teenage Fanclub, band scozzese nata nel 1989 e famosa tra l’altro per essere stata una delle preferite di Kurt Cobain. A partire dal loro capolavoro del 1991, Bandwagonesque, i Teenage Fanclub hanno prodotto gioielli pop imperdibili per chi ama i Beach Boys, i Byrds e soprattutto i Big Star. Il nuovo Endless arcade, il loro undicesimo album in studio, conferma il loro talento ma gli oltre trent’anni di carriera si fanno sentire sulle atmosfere. Ora ci sono musicisti sui cinquant’anni un po’ più propensi alla tenerezza e alla malinconia, che parlano di responsabilità civica e dell’essere onesti con se stessi e con gli altri. Ma le melodie sono così belle che è ridicolo cercare il pelo nell’uovo.

Tony Clayton-Lea,
Irish Times

Conservato a Cambridge, il Fitzwilliam virginal book fu compilato all’inizio del seicento e presenta quasi trecento pezzi dell’età elisabettiana, il periodo d’oro della musica per tastiera inglese. Comprende opere di William Byrd, John Bull, Giles Farnaby e molti altri. Oggi la Brilliant Records lo raccoglie tutto in un bel cofanetto di 15 cd, registrati da Pieter-Jan Belder tra il 2010 e il 2018. Fantasie, danze, ground, variazioni, pagine d’ispirazione religiosa, musiche popolari e pezzi di genere offrono un ritratto vivissimo della musica dell’epoca. L’interpretazione del clavicembalista olandese è perfetta e molto raffinata, gli strumenti meravigliosi e il testo del libretto (in inglese) prezioso. Adélaïde de Place, Diapason

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1408 - 7 maggio 2021
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