Cultura Libri
Dormi il tuo sonno animale
352 pagine, 20 euro

In Dormi il tuo sonno animale l’autrice si avventura nei territori selvaggi di una lunga fiaba inquietante, dove i punti di riferimento svaniscono. Da quale lato del mondo si svolge questa avventura? In quale rovescio, in quale riflesso tutto ha avuto inizio? Eva è una neurologa specialista del sonno. È fuggita da Parigi, lasciando il suo lavoro, insieme a Lucie, la figlia di otto anni. Pierre, suo marito, era diventato sempre più violento. Eva ha trovato rifugio in una casetta sperduta nel nulla nella Camargue. Lì, piano piano, ritrova la tranquillità. Può respirare. Non c’è nessuno nei paraggi. Tranne un vicino distante, una sorta di solitario burbero che madre e figlia hanno incontrato un giorno tra le canne, mentre salvava un’oca selvatica ferita da un cacciatore. Lucie, che da quando è arrivata vive seguendo il ritmo della natura, imparando i nomi delle piante e degli uccelli, si è subito affezionata all’uomo. Eva, diffidente, preferirebbe che lui stesse alla larga. Una notte, però, la bambina comincia a urlare in modo atroce. Che uomo nero può aver attraversato il suo sonno infantile? Quello che Eva ancora non sa è che, portato “alla velocità della rotazione terrestre”, lo stesso grido, come un orribile clamore, è stato lanciato contemporaneamente da tutti i bambini del mondo. Alimentate dai sogni dei bambini, arrivano catastrofi apocalittiche. Le piaghe d’Egitto si abbattono di nuovo sul mondo. Bisogna spezzare l’incantesimo e risvegliarsi da questo sogno spaventoso.
Xavier Houssin, Le Monde

Ann d’Inghilterra
201 pagine, 19,00 euro

L’incipit di un libro è molto importante. Il romanzo autobiografico di Julia Deck comincia molto bene, con queste parole: “Qualcuno ci pensa e qualcuno no”. La questione è seria: ciò a cui si pensa (o non si pensa) è la vecchiaia dei nostri genitori e la loro discesa verso la morte. Sarà un declino fulmineo o lento? Julia Deck non drammatizza, ma neanche si rifugia nella malizia o nell’umorismo, nero o meno. Il libro si sviluppa su due piani temporali. Il primo racconta gli ultimi giorni della madre dell’autrice che nel 2019, all’età di 84 anni, è vittima di un ictus. Resta sola a terra per 28 ore prima che arrivino i soccorsi. I genitori dell’autrice sono divorziati, e dato che lei è (in teoria) figlia unica, è sola ad accompagnare la madre da un ospedale all’altro, in reparti più o meno accoglienti. Il tutto si protrae per mesi, nonostante una prognosi iniziale che lasciava presagire una fine imminente. Il secondo piano temporale, che occupa un capitolo sì e uno no, ripercorre l’infanzia e la vita della madre, Ann, britannica, nata in un ambiente popolare, molto intelligente, appassionata di letteratura. Deck si discosta dalla tendenza a lodare i medici, perché quello di Ann ha commesso un errore consigliandole di sospendere gli anticoagulanti pochi giorni prima dell’ictus. Deck telefona a quel medico dopo l’ictus e non gli rivolge alcun rimprovero. Lui, contrito, le dice: “Coraggio!”. Commento dell’autrice: “Ho ucciso vostra madre, coraggio!”.
Virginie Bloch-Lainé, Libération

Um
312 pagine, 17,90 euro

Um, il terzo romanzo di Helen Phillips, si apre con un ago che traccia, in modo costante e irreversibile, una linea sul volto di una donna di nome May. Sta partecipando a un esperimento retribuito di “tecnologia dissidente”, sottoponendosi a una procedura che modificherà lievemente i suoi tratti somatici per renderla meno riconoscibile dalle telecamere di sorveglianza. Il romanzo è ambientato in un mondo distopico, al tempo stesso riconoscibile e sottilmente diverso dal nostro. Il cambiamento climatico ha devastato l’ambiente. Molti lavori sono stati automatizzati, incluso quello di May. Lavorava per un’azienda che sviluppava “le capacità comunicative dell’intelligenza artificiale”, ma è stata licenziata dopo aver inconsapevolmente addestrato una rete di ia che l’ha resa obsoleta. Suo marito, Jem, ex fotografo, mantiene a galla la famiglia con dei lavoretti. Phillips è maestra nell’infondere un’aura di inquietudine agli aspetti intimi del realismo domestico. I suoi romanzi attingono a temi fantascientifici ma non sono guidati dalla trama. Piuttosto, Phillips scrive favole medi­tative su matrimonio e maternità, radicate nei dettagli sensoriali della vita quotidiana. Um, in particolare, appartiene a una nuova categoria di narrativa che intreccia la quotidianità della genitorialità con l’ecoansia.
Katy Waldman, The New Yorker

Ragazze che diventano grandi
336 pagine, 19,00 euro

Gli scrittori parlano spesso della genesi dei propri libri come di un parto, ma probabilmente sono in pochi a lavorare anche come doule. È un’esperienza che evidentemente ha influenzato il nuovo romanzo di Leila Mottley, in cui le difficoltà della gravidanza e della maternità occupano un ruolo centrale. Ragazze che diventano grandi racconta la storia di un gruppo di madri adolescenti e della comunità improvvisata che formano a Padua, una cittadina fittizia della Florida. Guidate dalla loro leader di fatto, Simone, le ragazze sono un manipolo di emarginate, respinte in modi diversi dalle loro famiglie e duramente giudicate dai concittadini. Spesso abbandonate dagli adulti nelle loro vite, riescono ingegnosamente a creare una collettività, basata sul retro del camion di Simone che, a vent’anni, è la più grande, madre di due gemelli. Quando scopre di essere di nuovo incinta, con scarso entusiasmo, si rivolge alle ragazze per chiedere aiuto.
Shahidha Bari, The Guardian

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1634 - 3 ottobre 2025
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