Cultura Schermi
Vita privata
Jodie Foster, Daniel Auteuil
Francia 2025, 105’. In sala
Vita privata (dr)

Lilian (Foster) è una psichiatra di successo. Quando scopre che una sua paziente (Virginie Efira) è morta, è combattuta tra ciò che le detta la sua ragione (un distacco che Jodie Foster, nei panni di una professionista che perde le sue certezze, rende divertente e commovente) e i segnali che le arrivano anche dal suo corpo (i suoi occhi cominciano a lacrimare in modo incontrollabile). Rebecca Zlotowski non tiene segreta a lungo questa repressione: durante una seduta di ipnosi Lilian accede al suo subconscio e a un mondo di fantasie in cui lei vive un idillio passionale con la donna scomparsa. Da quel momento, nonostante una trama in cui Lilian le prova tutte per sviare l’attenzione, vediamo solo una cosa: l’emancipazione lesbica. La regista si diverte molto (e noi con lei) in questo finto thriller spensierato e frenetico, con una struttura a incastro che fa pensare a Woody Allen (Misterioso omicidio a Manhattan), Hitchcock (Vertigo) e George Cukor (Angoscia). Da quest’ultimo Zlotowski prende in prestito la trama principale (la morte di una ricca signora e qualcuno che cerca di mettere a tacere i sospetti della nipote), ma ne sovverte i toni misogini. Mentre Cukor rappresentava “l’arte di mettere a tacere le donne” (come ha scritto Hélène Frappat in Gas-lighting) facendole passare per folli, l’obiettivo di Zlotowski è di farle parlare, sia con se stesse sia con gli altri. In questo meccanismo di sovversione, incredibilmente piacevole, la regista ridefinisce le convenzioni di alcune commedie e desacralizza le gerarchie dell’amore per celebrare la tenera passione di un’amicizia tra uomo e donna.
Marilou Duponchel, Les Inrockuptibles

L’ombra del corvo
Benedict Cumberbatch
Stati Uniti 2025, 98’. In sala

Praticamente ogni libro può essere adattato per il grande schermo, ma sono molti quelli che risultano sminuiti, distorti o stravolti nel passaggio. Come il breve romanzo di Max Porter Il dolore è una cosa con le piume, storia di uno scrittore da poco vedovo che riceve le visite indesiderate di un corvo enorme e molesto. È un libro obliquo, provocatorio e addirittura leggero, nonostante i temi trattati. Ed è anche intriso di poesia. Il titolo riprende una frase di Emily Dickinson e il corvo è ispirato dalla scrittura di Ted Hugues, soggetto di un libro che il protagonista sta faticosamente cercando di scrivere. Nell’adattamento di Southern il racconto è spogliato di buona parte della sua essenza letteraria. Benedict Cumberbatch risulta adeguato, ma il cuore del libro (cioè le parole) è stato strappato dal corpo della storia. E il film risulta prosaico e vagamente assurdo.
Wendy Ide, The Observer

Un inverno in Corea
Roschdy Zem, Bella Kim
Francia / Corea del Sud 2024, 104’. In sala

Yan (Zem) è un fumettista francese che, in cerca d’ispirazione, arriva nel piccolo porto di Sokcho, in Corea del Sud. Ma la vera protagonista è Soo-ha (Kim) una studente che lavora nella pensione dove alloggia Yan e che vive nel vuoto lasciato da un padre francese che non ha mai conosciuto. Inizialmente la ragazza sembra fare da cuscinetto tra la passionalità del burbero artista e i codici di comportamento locali che lui ignora. Il film non esplora la relazione che si crea tra i due e alcune questioni sollevate non trovano soluzione. Ciò che rimane alla fine sono dei pittoreschi paesaggi della vita in una piccola provincia coreana.
Mathieu Macheret, Le Monde

The teacher
Saleh Bakri
Regno Unito / Qatar / Palestina 2023, 115’. In sala
The teacher (dr)

Basem (Bakri) è un palestinese che insegna inglese in una scuola della Cisgiordania che finisce al centro di diversi drammi. Presentato prima del 7 ottobre 2023 il film d’esordio della regista britannica palestinese Farah Nabulsi, soffre di una comprensibile tendenza a semplificare. Basem è l’unico fulcro per evidenziare gli elementi di un conflitto di una complessità inestricabile. Ma il legame tra insegnante e studente, un delicato processo, una tragedia familiare, una storia d’amore e un thriller su un rapimento sono troppe cose legate a un singolo personaggio.
Ben Kenigsberg, The New York Times

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1644 - 12 dicembre 2025
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