I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la free lance norvegese Eva-Kristin Urestad Pedersen.

Faccio una premessa: sono una nerd. Ho studiato politica e filosofia politica per anni e quando leggo libri che mi sembrano particolarmente precisi nella loro descrizione, mi emoziono. Senza intellettuali di Giorgio Caravale mi ha fatto emozionare, tanto. Somiglia un po’ a un libro che lessi anni fa: A revolution of the mind di Jonathan Israel. Israel spiega i conflitti tra le diverse fazioni durante la rivoluzione francese, e come su quelli si fondarono le basi della democrazia in cui vivevamo fino agli anni novanta, più o meno. Poi però qualcosa è cambiato, qualcosa di profondo, che ha stravolto il nostro sistema politico, difficile pure da capire perché la terminologia che usavamo prima non è più valida. In solo 130 pagine, Caravale spiega esattamente cosa è successo e come questo ha trasformato la nostra politica fino a portarci in un’altra epoca, nella “dimensione dell’immediatezza”. Lo fa in modo nitido, con una chiarezza che solo una mente brillante riesce a produrre. E anche se parla solo dell’Italia, la sua tesi secondo me è valida anche altrove. La politica italiana sarà forse rimasta senza intellettuali, ma un intellettuale di particolare spessore il paese ce l’ha ancora. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati