I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana la freelance norvegese Eva-Kristin Urestad Petersen.

Per chi vivesse nell’illusione che le mafie della capitale sono periferiche e poco importanti, meno violente e con mezzi inferiori rispetto ai clan più conosciuti per manipolare sia la politica sia la giustizia, basta leggere alcune pagine del libro di Roberto Lessio e Marco Omizzolo per togliersi ogni dubbio: non è così. La mafia di Roma e dintorni è un ramo dell’albero criminale italiano brutale, potente e pericoloso quanto gli altri. Su questo punto sono molto convincenti. I due autori cercano però di dimostrare che la malavita italiana prende le forme e raggiunge l’importanza che ha perché il sistema italiano lo permette, quasi la sollecita. Che viviamo in un “laboratorio criminale”. Su questo punto trovo il libro meno convincente. Un evidente schieramento politico offusca a volte gli argomenti dei due scrittori, e il loro evidente entusiasmo prende spesso il sopravvento: ci sono troppi nomi, fatti, fili da seguire, che rendono il testo difficile per un lettore che non abbia fatto le stesse ricerche. Laboratorio criminale è un libro importante, ma con un po’ più di cura editoriale sarebbe potuto essere anche una bellissima lettura. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1528 di Internazionale, a pagina 75. Compra questo numero | Abbonati