Sono pastori bugiardi
e indossano vesti da angelo
sul campo di battaglia
dove Dio non li perdonerà o forse sì,
chissà. In questi giorni
i satelliti sono puntati sul Medio Oriente,
nelle orecchie risuonano bastonate e pugni.
Hanno mandato in licenza anche la guerra
così che gli angeli di carta
mettessero razioni di cioccolato
in bocca a ogni soldato.
“È arrivata la pace, è arrivata la pace…”.
Poi ecco che qualcuno arriva e strappa le vesti da angelo
gridando:
la pace è solo nel letto dei presidenti.

Faryad Shiri è un poeta e traduttore curdo iraniano nato nel 1969. Ha pubblicato raccolte poetiche in persiano e in curdo. Questa poesia, tratta dalla raccolta Va tan forooshi nist (“E il corpopatria non è in vendita”, Negah 2010), è stata tradotta dal persiano da Faryad Shiri, Francesca Cosi, Alessandra Repossi, Sara Asareh e Sahar Tavakoli durante una residenza presso la Translation house Looren, a Hinwil, in Svizzera, nell’estate del 2023.

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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati