Quando la settimana scorsa le inondazioni hanno colpito la città di Lugo, facendo straripare un corso d’acqua che ha sommerso le strade e i campi circostanti, Irinel Lungu, 45 anni, si è rifugiato con la moglie e il figlio piccolo al secondo piano della loro casa.

Al freddo, e con il livello dell’acqua che continuava a salire, la coppia osservava i soccorritori che guidavano gommoni lungo le strade allagate per consegnare latte artificiale e mettere in salvo gli anziani intrappolati nelle abitazioni. Al piano terra “l’acqua mi arrivava al petto”, racconta Lungu. “Non potevamo andare da nessuna parte”.

I soccorsi hanno impiegato giorni per raggiungere alcune zone di Lugo e altre città dell’Italia del nord, travolte dalle inondazioni in cui hanno perso la vita quindici persone e altre migliaia sono rimaste senza casa. Fiumi e canali hanno sommerso vaste aree della campagna. Centinaia di frane pericolose hanno paralizzato gran parte della regione. E alcune località di montagna sono completamente isolate e raggiungibili solo in elicottero.

Il 20 maggio, con la pioggia che ricominciava a cadere, gli abitanti di Ravenna cercavano di far fronte al nuovo diluvio, mentre le acque che si ritiravano in alcune delle cittadine più colpite lasciavano emergere mobili deformati e gonfi, elettrodomestici ormai inservibili, divani inzuppati e ricoperti di fango, bottiglie d’olio d’oliva e scatole piene di melma allineate sul bordo delle strade. Un’auto, sollevata dall’ondata impetuosa della piena, oscillava in modo precario sulla recinzione di un giardino.

Crepe nel terreno

Le inondazioni che in Emilia-Romagna hanno sconvolto la vita di decine di migliaia di persone sono state causate da condizioni atmosferiche eccezionali, che in alcune zone hanno fatto registrare in trentasei ore circa metà delle precipitazioni annuali. Gli esperti sostengono che in futuro fenomeni di questo tipo potrebbero non essere più così eccezionali.

Gli eventi meteorologici estremi sono diventati più frequenti in Europa: dai nubifragi e dalle devastanti alluvioni che hanno causato decine di vittime in Germania nel 2021 alle temperature roventi che lo scorso luglio hanno segnato un record nel Regno Unito. Anche l’Italia è stata colpita da fenomeni estremi, tra periodi di forte siccità che affliggono le città, paralizzano l’agricoltura e distruggono i campi di grano, e piogge torrenziali e fiumi in piena come in Emilia-Romagna.

Questi fenomeni generano un ciclo brutale in cui le colline spogliate dagli alberi a causa degli incendi estivi e le terre disseccate dalla siccità non riescono ad assorbire le precipitazioni, in questo caso enormi. La situazione potrebbe lasciare milioni d’italiani sommersi in certi mesi dell’anno, ma completamente senz’acqua in quelli più caldi.

L’estate scorsa tutto era così secco “che si potevano vedere le crepe nel terreno”, dice con esasperazione Roberto Zanardi, 59 anni, che vive nella zona di Lugo, mentre indica i filari inondati dei peri e dei cachi che lo circondano. “Guardateli ora”.

Tempesta perfetta

Le autorità italiane stanno cercando di affrontare quella che, secondo gli scienziati, è la nuova normalità causata dal cambiamento climatico. Alcuni parlamentari si chiedono però se il paese non abbia perso delle opportunità per prepararsi meglio alle devastanti esondazioni che molti avevano previsto e per proteggersi con bacini artificiali o altre misure.

L’Italia ha perso l’opportunità per prepararsi meglio alle esondazioni

“Mettiamoci in testa che viviamo in un territorio a rischio e che il processo di tropicalizzazione del clima ha raggiunto anche l’Italia”, ha dichiarato il ministro per la protezione civile Nello Musumeci in un’intervista al quotidiano la Stampa. “Nelle agende di tutti i governi degli ultimi ottant’anni, la fragilità del nostro territorio non è mai stata un tema davvero prioritario”, ha aggiunto. “La domanda da porsi non è se un evento disastroso come quello di martedì avverrà di nuovo, ma quando e dove si verificherà”.

Il 20 maggio la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che avrebbe interrotto il suo viaggio in Giappone, dove ha partecipato al vertice del G7, per visitare le aree alluvionate e guidare la gestione dell’emergenza. “Francamente non riesco più a stare così lontano dall’Italia in un momento tanto complesso”, ha dichiarato durante un incontro con i mezzi d’informazione. “La mia coscienza m’impone di tornare”.

L’alluvione è stata causata da quella che gli esperti hanno descritto come una tempesta perfetta di maltempo, terreno già saturo d’acqua a causa dei nubifragi dell’inizio di maggio e alta marea. Le forti piogge si sono abbattute per un periodo prolungato su una vasta area dell’Emilia-Romagna, soprattutto sulle montagne dell’Appennino e nei dintorni, sostenute da correnti frontali. Una burrasca nel vicino mare Adriatico ha impedito all’acqua di defluire dalle pianure più basse. I fiumi, i torrenti e i canali sono esondati e in alcuni casi hanno distrutto gli argini, in un’area con uno dei più alti rischi idrogeologici d’Italia. I terreni inariditi da mesi di siccità hanno faticato ad assorbire l’acqua.

Il 20 maggio lungo le rive del fiume Santerno gli operai hanno dovuto usare una gru per demolire un edificio di due piani dopo che la piena aveva sfondato l’argine alto dieci metri, inghiottito la struttura e trascinato via la sua facciata, scaraventandola in un campo dall’altra parte della strada, insieme a diverse auto e a pezzi d’asfalto alla deriva.

Andrea Burattoni, un agricoltore di 48 anni che vive lì vicino, è rimasto a osservare mentre la gru si abbatteva contro la costruzione, mostrando gradualmente i resti di quella che un tempo era stata una casa. Telai di letti, mobili da cucina e un armadietto di trofei sportivi sono precipitati al suolo. Il proprietario, un uomo anziano, era stato portato via dai familiari mentre il livello dell’acqua saliva.

Burattoni e la sua famiglia sono rimasti, nonostante la paura che hanno provato quando l’acqua si è riversata nei campi. “Il rombo è stato assordante, come quello del terremoto”, racconta, riferendosi al sisma che nel 2012 ha devastato la regione. Il 20 maggio ha controllato i suoi campi, in cui coltivava pesche e vigneti, travolti da una massa di fango. “Le radici non respirano più, è come se fossero coperte da un telo di plastica”, dice. “Ci vorranno settimane per far defluire la melma, ma la stagione ormai è andata”.

Chi va e chi resta

Gli esperti affermano che la maggior parte del mondo può aspettarsi tempeste più eccezionali e gravi man mano che il pianeta si riscalda, e che si dovrebbe agire con urgenza per proteggere le persone.

Barbara Lastoria, ingegnera idraulica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sottolinea come i dibattiti sulla gestione delle risorse idriche, nati in seguito alle inondazioni, abbiano poco senso se non si affronta la questione più importante: “L’aumento delle temperature causa lo sviluppo di fenomeni estremi come la siccità e le inondazioni, che sono due facce della stessa medaglia. L’aumento delle temperature è il carburante nel motore dei fenomeni più estremi. Dev’essere affrontato per primo”. Alcune persone sono state costrette a trasferirsi a causa delle alluvioni. Claudio Dosi, un operaio di 46 anni di Sant’Agata sul Santerno, dice che sta pensando di andarsene dopo che l’abitazione dei suoi genitori si è allagata e loro sono stati portati in un centro sportivo locale. “Non sono sicuro che sia possibile avere un futuro qui”, spiega.

Altri non vogliono muoversi. Lillia Osti, 77 anni, racconta di aver vissuto nella stessa casa, circondata da campi di grano e da alberi di pere, a nordovest di Lugo, per sessant’anni. Le esondazioni non erano insolite nella bassa padana, racconta, ma le acque non avevano mai sommerso “il nostro piano terra e i mobili”. Intorno a lei i familiari hanno rimosso le porte rigonfie di pioggia per farle asciugare. “Tutto questo non è normale, ma finché saremo vivi, ricostruiremo”, conclude. ◆ mf

Ultime notizie
Due miliardi di aiuti

◆ Il consiglio dei ministri ha stanziato due miliardi di euro per affrontare l’emergenza in Emilia-Romagna. Il decreto prevede la sospensione del pagamento fino al 31 agosto di tasse, contributi, mutui e bollette. Il 24 maggio è stata osservata una giornata di lutto nazionale. La procura di Ravenna ha aperto un fascicolo a carico di ignoti. L’ipotesi di reato è disastro colposo. A Conselice, un paese di diecimila abitanti in provincia di Ravenna, l’acqua stagnante non riesce a defluire e per evitare infezioni ai residenti è stata data la possibilità di vaccinarsi contro il tetano. Il presidente della repubblica francese Emmanuel Macron ha inviato militari e autopompe nelle zone colpite dalle alluvioni. Il 24 maggio si sono svolti i primi funerali delle vittime. Ansa, Corriere della Sera, Sky Tg24


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Questo articolo è uscito sul numero 1513 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati