Cesena, 18 maggio 2023. (Alessandro Serranò, Agf)

Le ricorrenze hanno un valore simbolico e anche per questo sono importanti. L’Earth overshoot day, letteralmente il giorno del sovrasfruttamento della Terra, è la data in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse che gli ecosistemi possono rigenerare in un anno.

Segna il momento in cui la cosiddetta biocapacità del pianeta (cioè quello che il pianeta genera) è superata dall’impronta ecologica degli esseri umani (quello che usiamo e consumiamo).

Calcolato dal Global footprint network, idealmente l’Overshoot day dovrebbe arrivare il 31 dicembre. E invece anche nel 2023 per l’Italia è arrivato il 15 maggio, 230 giorni prima della fine dell’anno, proprio come nel 2022. Vuol dire che se tutto il mondo vivesse come l’Italia ci sarebbe bisogno di 2,7 pianeti uguali alla Terra per soddisfare i consumi dell’intera popolazione.

L’Overshoot day mondiale sarà annunciato il 5 giugno, in coincidenza con la giornata dell’ambiente, ma intanto già sappiamo che il 10 febbraio è stato quello del Qatar mentre la Giamaica lo celebrerà il 20 dicembre. In mezzo, hanno fatto peggio dell’Italia paesi come Stati Uniti e Francia, ma altri tra cui Cina e India se la sono cavata meglio. Perché c’è un rapporto tra ricchezza di un paese e consumo di risorse.

L’Earth overshoot day è una semplificazione: aggrega migliaia di indicatori statistici ed è antropocentrico, cioè si basa sull’idea che tutte le risorse naturali siano destinate alla sopravvivenza degli esseri umani. Malgrado i suoi limiti, resta comunque uno strumento utile per attirare l’attenzione delle persone, più di quanto facciano gli aridi dati scientifici.

Quello che succede in Emilia-Romagna, però, ci dice che purtroppo avremo sempre meno bisogno di ricorrenze simboliche per ricordarci la finitezza del pianeta in cui viviamo. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1513 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati