Fino al 1990 le medicine erano testate solo sugli uomini, senza tenere conto del metabolismo diverso delle donne. Il 96 per cento dei soggetti su cui si effettuano test di psicologia appartengono al gruppo dei weird (western, educated, industrialized, rich, democrats) che costituiscono solo il 12 per cento della popolazione mondiale. In questo bel libro, la ricercatrice Sarah Chaney ricostruisce il processo che negli ultimi due secoli ha portato a paradossi come questi. Quando il mondo è diventato misurabile e analizzabile secondo i princìpi della statistica, si è cominciata ad affermare la tendenza a considerare alcuni valori che sembravano maggioritari (talvolta solo in base al campione prescelto) come normali e a eliminare tutti quelli che se ne allontanavano. Così, qualcosa che costituiva solo un dato più frequente di altri si è trasformato in un modello a cui tendere e aspirare, anche individualmente, modificando le nostre percezioni e i nostri comportamenti. Un caso tipico è quello dell’indice di massa corporea che da misura per comparare i corpi è diventato uno strumento diagnostico. Dopo un’introduzione storica, in sette ricchi capitoli si ripercorre la parabola otto-novecentesca che prima ha visto la normalità affermarsi in numerosi campi (il corpo, la mente, il sesso, le emozioni, i figli e le società) e successivamente entrare in crisi come strumento teorico.

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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati