In alcune lingue la parola “vagina” quasi non esiste. Si dice “la cosa”. Come se fosse un elemento alieno e non una parte del corpo delle donne. Anche quando esiste c’è una grande resistenza a usarla. Anzi si creano nomignoli per non nominarla. E anche tutto quello che alla vagina è correlato è di fatto considerato tabù. Basti pensare a come, per generazioni, l’arrivo del ciclo mestruale è stato indicato da frasi sibilline tipo “oggi è arrivato il marchese” o “sono indisposta”. Insomma, abbiamo attraversato tempi oscuri. Ora per fortuna si parla più liberamente di tutto quello che riguarda la vagina. Sono tanti i prodotti culturali dedicati a questo organo. Lina l’esploratrice è un bell’esempio di empowerment femminile. Lina è una bambina curiosa, vuole sapere tutto di tutto, quindi anche di se stessa. La copertina – le illustrazioni di Anna Horak sono fantastiche – fa vedere una Lina con una lente d’ingrandimento alla Sherlock Holmes intenta a guardarsi sotto, gambe aperte, in equilibrio. Vuole capire come funziona questo organo bellissimo pieno di sorprese e possibilità. Pieno di vita. Un libro dolce nel suo essere rigoroso. Un inno alla libertà di bambine e ragazze.
__**Igiaba Scego**

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Questo articolo è uscito sul numero 1479 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati