Jenny Jägerfeld, in Svezia, è considerata l’erede di Ulf Stark. Ha la capacità di raccontare il mondo dell’adolescenza con delicatezza e convinzione. Con uno stile fresco, lucido e a tratti ironico tratteggia personaggi credibili a cui si può solo voler bene. Måns è uno di questi. Una persona in cerca di se stessa, un dodicenne in transizione, che si sente un ragazzo intrappolato in un corpo non suo. Questo è il segreto che ha confessato ai genitori. Ma il libro, oltre ad avere al centro il dilemma dell’identità, offre tanto altro ad accompagnare la trama. Infatti a ben guardare, scorrendo le pagine e accompagnando Måns in una trasferta estiva con la madre a Malmö vediamo che il protagonista del libro è lo skateboard. Lì a Malmö, Måns sente che potrà essere davvero se stesso, prima di scontrarsi con un bullo che proprio non si aspettava. Uno che anche lui con lo skate va forte e ha gli occhi da assassino. Måns però fa amicizia con il bullo, che poi risulta non essere tale, ma un ragazzo di nome Mikkel con solo tanta voglia di vivere. È un’estate luminosa quella di Måns, tra skate, amicizia e identità da costruire. In mezzo, il coraggio di essere se stessi che a volte si accompagna con il suo contrario, la paura di essere se stessi. Una lettura che ci catapulta in un’estate di consapevolezza e crescita. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 87. Compra questo numero | Abbonati