I manager spesso amano dire che la riforma di un’azienda deve partire dai vertici. Se la regola valesse anche per i paesi, l’Italia potrebbe essere sulla buona strada in tema di autodeterminazione e libertà delle donne.

Da un anno alla guida del governo c’è una donna, la prima volta nella storia, Giorgia Meloni, leader del partito postfascista Fratelli d’Italia, madre single, anche se propone un programma conservatore ai limiti del reazionario. Qualche settimana fa la separazione dal padre di sua figlia ha tenuto occupata la cronaca ed è stata accolta con benevolenza anche da molte femministe. La principale forza d’opposizione, il Partito democratico (Pd), è guidata da Elly Schlein, dichiaratamente lesbica.

Situazione insostenibile

Ma gli altri grandi partiti continuano a essere diretti da uomini. E anche nella società italiana la parità di diritti tra uomini e donne non sembra essere del tutto accettata. La pensa così Paola Di Nicola, giudice che si è occupata di molti casi di femminicidio (l’uccisione di una donna o una ragazza commessa da un uomo legata alla subordinazione femminile nella società e nelle famiglie). Ancora oggi la libertà delle donne non è tollerata, ha detto Di Nicola al quotidiano la Repubblica. Un’opinione condivisa da molti altri esperti.

Negli ultimi giorni il dibattito sui diritti delle donne si è riacceso, con le prime pagine dei giornali e le principali trasmissioni televisive che parlano della vicenda della studente veneta Giulia Cecchettin. La ragazza di 22 anni era scomparsa l’11 novembre dopo essersi incontrata con l’ex fidanzato, suo coetaneo, con cui era rimasta in contatto. Il corpo di Cecchettin è stato ritrovato il 18 novembre e l’ex fidanzato, il principale sospettato dell’omicidio anche a causa di inequivocabili registrazioni video, è stato fermato su un’autostrada tedesca dopo una fuga durata giorni. A breve dovrebbe essere estradato in Italia.

I femminicidi non sono rari in Italia, ce n’è uno ogni quattro giorni. Una situazione insostenibile. In questa lunga catena, l’omicidio di Cecchettin si distingue per alcuni elementi: è avvenuto in un ambiente borghese, lei stava per discutere la tesi (l’università di Padova ha deciso di conferirle la laurea postuma). Nelle foto la coppia aveva l’aria affiatata. Le famiglie si conoscevano e le loro dichiarazioni sono state misurate. Ma il delitto ripete il solito schema: a quanto pare il ragazzo non accettava la fine della relazione, avvenuta in estate. Non voleva che lei dopo la laurea lasciasse la città d’origine per prendere la sua strada.

Quest’anno l’opinione pubblica si è trovata di fronte a molti casi simili, tutti finiti con la morte di una donna. In un ­tweet­ Meloni ha fornito dei dati (aggiornati al 12 novembre): solo quest’anno in Italia sono state uccise 102 donne, 53 dai loro partner o ex partner: “Una scia di violenza contro le donne”, scrive la presidente del consiglio, “che continua da anni con numeri addirittura più drammatici di questi in passato”.

Meloni ha difeso più volte le donne vittime di violenza, anche quando gli uomini del suo partito dubitavano delle circostanze specifiche del crimine. Anche il suo compagno, prima della separazione, aveva banalizzato il fenomeno. “Ogni singola donna uccisa perché ‘colpevole’ di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata”, scrive invece Meloni.

Si sente dire spesso che il problema è tipicamente italiano perché l’uomo italiano è tradizionalmente maschilista, ma è una frase difficile da dimostrare. In Germania, per esempio, nel 2022 è stata uccisa una donna ogni tre giorni e il responsabile era spesso il compagno o l’ex. Ora in Italia gli esponenti di governo e i politici di spicco parlano di femminicidi. La sera del 19 novembre i direttori dei principali giornali, quasi tutti uomini, erano ospiti delle trasmissioni televisive per commentare l’uccisione di Cecchettin.

La segretaria del Pd Elly Schlein ha proposto a Meloni di lavorare insieme su una legge per educare i giovani al rispetto e all’affettività. La leader di FdI ha però ribattuto freddamente che il governo ha già preso tutti i provvedimenti necessari. Con questo intendeva più risorse per la prevenzione e misure che tutelano le donne in pericolo, nonché un piano per le scuole che è ora in discussione in parlamento. Ma in Italia il dibattito è ancora aperto. ◆ nv

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Questo articolo è uscito sul numero 1539 di Internazionale, a pagina 39. Compra questo numero | Abbonati