Scendere dalla sella a Trafalgar square, nel cuore di Londra, una decina di giorni dopo essere partiti dal sagrato della cattedrale di Notre-Dame a Parigi è la scommessa un po’ folle di un numero sempre maggiore di ciclisti. L’Avenue verte Parigi-Londra è lunga 470 chilometri ed è un misto di strade e piste ciclabili. Uscire da Parigi in bicicletta per un lungo viaggio non è come pedalare da un quartiere all’altro, si ha la sensazione di scappare, di prendere il largo. Sul canale Saint-Denis, quando il quai (lungocanale) de la Charente diventa quai de l’Allier, Parigi è alle spalle: ci si muove sulla Street art avenue, un percorso di arte urbana che collega Parigi alla stazione di Saint-Denis. Se si sceglie di andare fino a Maison-Laffitte lungo la Senna, questa tappa di 45 chilometri – di cui più di 32 su pista ciclabile – si fa in tre ore.

Si comincia con una preparazione meticolosa: materiale, scelta delle tappe, prenotazione del traghetto e dei posti in cui dormire. Si può scegliere tra varie opzioni: tutto il tempo in bici o alternare bici e treno. Da soli, in due o in gruppo. O anche facendosi portare i bagagli tra una tappa e l’altra. Lungo tutto il percorso ci sono posti in cui dormire e officine con il cartello “Accueil vélo” (assistenza biciclette). I ciclisti possono scegliere tra due percorsi per lasciare la regione dell’Île-de-France. Quello a nord è più lungo e passa attraverso le meravigliose vie di Auvers-sur-Oise, il castello e le tombe di Vincent e Theo Van Gogh, prima dell’abbazia di Royaumont. Poi a Chantilly e Beauvais. Quello a sud taglia per Chaussy e Gisors. Gli itinerari raggiungono Forges-les-Eaux, ultima tappa cittadina prima di Dieppe e del suo lungomare mozzafiato, cullati dal suono della risacca sui sassi della spiaggia.

Seven sisters

Per la generazione di francesi che prima dell’inaugurazione del tunnel sotto la Manica, nel 1994, andava nel Regno Unito a imparare l’inglese, la traversata in traghetto tra Dieppe e Newhaven ha il sapore di un’estate degli anni ottanta. Dopo quattro ore in mare le coste del Sussex brillano sotto il sole. Al porto di Newhaven, in un panorama di capannoni e fabbriche, si attracca di fronte a dei cumuli di spazzatura degni di un’opera di Christian Boltanski. Da qui pedaliamo verso Litlington, che sta a dodici chilometri.

Nel pub Plough and Harrow alcuni guardiani del parco nazionale South downs ci aspettano per accompagnarci fino alle scogliere di Seven sisters. In una natura protetta ma viva ci sono fattorie, piccoli borghi e villaggi. Anche prati molto verdi che ricoprono le valli. Questi “prati calcarei” dal suolo secco in estate sono soleggiati, per cui si forma una zona tropicale in miniatura, una sorta di foresta senza alberi, con orchidee rare e molti insetti. Qui le mucche convivono tranquillamente con un’incredibile varietà di farfalle, tra cui la rara Adonis blu – i maschi hanno le ali viola – o la Zygaena filipendulae dalle ali nere con macchie rosse, che quando si sente minacciata emette cianuro: gli inglesi la chiamano six spot burnet (sei punti Burnet).

Il parco nazionale South downs è il più recente del Regno Unito: è lungo 140 chilometri, da est a ovest, ed è stato creato nel 2010 per salvaguardare gli spazi naturali minacciati dal moltiplicarsi delle zone abitate sulla costa meridionale. A Seven sisters l’erba bassa si trasforma in una breve zona di acquitrini negli ultimi meandri del fiume Cuckmere, per poi arrivare ai sassi della spiaggia. Lo spettacolo delle scogliere, di un bianco immacolato e la cui immobilità sembra sfidare le onde grigie della Manica, è affascinante. Formano una linea sinuosa lungo la costa tra Seaford, dove ci troviamo, e la località balneare di Eastbourne, per noi troppo lontana. Fulmari e falchi condividono con i gabbiani i posti nel calcare friabile dove nidificare. A solo undici chilometri da Newhaven la fattoria di Charleston era la casa di campagna del Bloomsbury, il gruppo di artisti tra cui c’erano Virginia Woolf, Edward Morgan Forster e Duncan Grant.

Questo luogo simbolico è stato preservato. Le stanze magnificamente dipinte, i ritratti degli amici famosi come John Maynard Keynes e il giardino tipicamente inglese meritano una deviazione.

Da Polegate a Heathfield c’è una pista ciclabile lungo la bucolica Cuckoo trail. I tratti di strada asfaltata diventano sempre più numerosi via via che ci si avvicina a Londra. Il tragitto passa per Wimbledon e Richmond park, in cui cervi e cerbiatti vivono in libertà. L’arrivo a Londra si fa lungo il Wandle trail, dal nome di un piccolo affluente del Tamigi, che disegna un itinerario ideale per raggiungere il fiume. Come con la Senna a Parigi, gli argini del Tamigi portano nel cuore della città.

Anche se l’arrivo ufficiale dell’Avenue verte è a Trafalgar square, conviene approfittare della bici per visitare Londra, tanto più che qui il traffico è più scorrevole che a Parigi. Pedalare in Kensington gardens e Hyde park, dalla residenza ufficiale del principe William fino alla fontana commemorativa dedicata a Diana, farà la gioia dei fan della monarchia britannica. A Mayfair bisogna inoltrarsi in un vicolo per scoprire Hanover square e la piccola chiesa di Mount street gardens.

Infine da Regent’s park si può costeggiare il canale che porta a Camden e al suo mercato, per poi pedalare fino a Granary square, dove dal 2011 si trova la scuola di moda e design Central Saint Martins. Il viaggio termina a King’s cross per raggiungere la stazione di St Pancras. Sull’Eurostar di ritorno si dovrà avere una robusta dose di flemma britannica per sopportare di tornare al punto di partenza in due ore e 17 minuti. ◆ adr

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Questo articolo è uscito sul numero 1476 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati