Il governo giapponese ha presentato una legge per ridurre l’orario di lavoro nelle aziende e fermare le “morti per troppo lavoro” (karōshi), per cui centinaia di persone ogni anno sono colpite da ictus o infarto dovuti a stress.
Mostrare dedizione alla propria azienda attraverso il sacrificio e non lasciare mai il posto di lavoro prima del proprio leader è un atteggiamento diffuso e incoraggiato nel paese. Secondo uno studio del governo il 16 per cento dei lavoratori non ha preso i giorni di ferie che gli spettavano nel 2013. L’obiettivo della legge è ridurre del 5 per cento il numero di persone che lavorano più di 60 ore a settimana entro il 2020, rispetto al 9 per cento nel 2013, anno in cui sono stati registrati 2.323 suicidi legati al lavoro.
La bozza di legge annunciata questa settimana incoraggia le imprese ad abbassare l’orario di lavoro e gli impiegati a usufruire delle ferie, esentando dal rispetto dell’orario lavorativo dirigenti aziendali, professionisti e consulenti con un reddito superiore a 10,75 milioni di yen all’anno, circa 80.600 euro. Ma la legge è stata criticata, perché la scelta della nuova organizzazione del tempo lavorativo, che rimane volontaria, rischia di trasformarsi in un incentivo al lavoro non retribuito con orari prolungati, aggravando le problematiche già in atto.
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