19 ottobre 2015 12:41

Bruxelles proporrà entro marzo un piano per il ricollocamento nei paesi europei di 200mila richiedenti asilo direttamente dai campi profughi in Turchia, in Giordania e in Libano. Lo rivela il Financial Times in un articolo in cui spiega che la Commissione europea sta lavorando a “un piano strutturale” per il trasferimento in Europa dei profughi attraverso canali legali. Il ricollocamento di almeno 200mila profughi era stato chiesto dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati quando, a maggio, l’Unione europea si era impegnata a trasferirne solo 20mila dai campi in Medio Oriente.

Il 18 ottobre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan a Istanbul proprio per discutere dell’arrivo di migliaia di profughi in Europa dalla Siria, attraverso la rotta balcanica. La cancelliera ha promesso a Erdoğan che farà da mediatrice tra Ankara e Bruxelles, nei negoziati ormai in stallo per l’annessione del paese medioorientale all’Unione europea. In cambio Merkel ha chiesto a Erdoğan di cooperare con i paesi europei per la gestione del flusso di richiedenti asilo e migranti che transitano dalla Turchia.

La Turchia ha chiesto di entrare nell’Unione europea nel 1999, ma sono stati aperti solo 14 capitoli dei 35 contenuti nel fascicolo dei negoziati. Merkel si è impegnata per l’apertura del capitolo 17, relativo all’economia, e del capitolo 23 e 24 sulla giustizia e le libertà fondamentali. Erdoğan chiede all’Europa 3 miliardi di euro per gestire i campi nei quali sono ospitati 2,5 milioni di profughi. Inoltre il presidente chiede la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che vogliono entrare in Europa. Se il governo turco riuscisse a ottenere migliori condizioni per i cittadini che vogliono entrare in Europa, sarebbe una vittoria politica per il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) a pochi giorni dalle elezioni anticipate del 1 novembre. Secondo tutti i sondaggi, infatti, il consenso dell’Akp e di Erdoğan è in crisi e il partito rischia di scendere al di sotto del 40 per cento dei voti ottenuto alle elezioni del 7 giugno.

Per questo la Turchia ha vincolato la riammissione nel paese dei migranti irregolari espulsi dall’Europa all’approvazione di regole più permissive sui visti. Questo tipo di accordi tra Unione europea e Turchia è stata criticata dalle associazioni per la difesa dei diritti umani come Amnesty international: “L’accordo è volto a proteggere le frontiere esterne dell’Unione più che i diritti dei rifugiati”. Inoltre un gruppo d’intellettuali e accademici turchi ha criticato la visita di Merkel a Istanbul che può apparire come un appoggio a un governo “che viola i valori più importanti dell’Unione europea”.

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