28 ottobre 2020 15:45
  • I paesi europei stanno annunciando, uno dopo l’altro, misure restrittive sempre più severe per cercare di fermare la progressione della seconda ondata della pandemia di covid-19. Per la sera del 28 ottobre è annunciato un discorso del presidente francese Emmanuel Macron, e nessuno si aspetta buone notizie: si va verso un lockdown in tutta la Francia, anche se con restrizioni più leggere rispetto a quello primaverile. Entro il 28 ottobre anche la Germania dovrebbe approvare nuove restrizioni: Angela Merkel vorrebbe chiudere ristoranti e bar, vietando anche gli incontri in luoghi pubblici, ma tenendo aperte le scuole e gli asili. La cancelliera è sempre più preoccupata, nonostante la situazione non sia ancora quella di Spagna e Francia, ma il timore è di arrivare a 20mila contagi giornalieri entro il weekend. Nel frattempo in Spagna la maggior parte dei medici degli ospedali pubblici ha aderito allo sciopero nazionale del 27 ottobre, il primo in venticinque anni, per chiedere un maggiore riconoscimento.
  • In tutta Italia proseguono le proteste di diverse categorie di lavoratori: dai tassisti agli autisti di scuolabus privati, dai ristoratori ai venditori ambulanti. Tutti chiedono sostegno al governo. Per far fronte alle gravi perdite del settore produttivo, palazzo Chigi ha varato il decreto ristori: “Oltre cinque miliardi che saranno usati per dare risorse immediate alle categorie colpite”, ha annunciato il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. “Il contributo a fondo perduto sarà erogato automaticamente a oltre 300mila aziende che già lo hanno avuto”, ha spiegato il ministro dell’economia, Roberto Gualtieri. Gli importi saranno significativi e “per i settori chiusi completamente come palestre, piscine, teatri, cinema, l’importo viene raddoppiato”, ha aggiunto Stefano Patuanelli, ministro dello sviluppo economico. Sono inoltre garantite altre sei settimane di cassa integrazione covid-19 e viene prorogato il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio, ha spiegato Nunzia Catalfo, ministra del lavoro. Nel frattempo, secondo l’Istituto superiore di sanità, l’epidemia è ampiamente diffusa in tutta Italia e l’indice di contagio Rt è ampiamente sopra l’uno.
  • Il governo giapponese ha stanziato 671,4 miliardi di yen (circa 5,4 miliardi di euro) per coprire il costo del vaccino per il covid-19 e i rischi di possibili effetti collaterali. Il primo ministro Yoshihide Suga ha detto che si prevede di distribuire gratuitamente il vaccino a tutta la popolazione entro la prima metà del 2021. Tokyo finora ha stretto accordi per 120 milioni di dosi con la casa farmaceutica britannica AstraZeneca e con l’americana Pfizer. Inoltre, sta negoziando con la statunitense Moderna per la fornitura di altre 40 milioni di dosi. Intanto il ministro delle finanze ha aggiornato il rapporto sull’impatto del covid-19 sull’economia del paese nel trimestre luglio-settembre: l’economia nazionale inizia a dare segni di ripresa come l’aumento dell’attività produttiva. Le economie regionali iniziano a riprendersi grazie all’allentamento delle restrizioni e agli incentivi dell’iniziativa “Go to travel”: sussidi statali forniti ai cittadini per coprire una parte dei costi per i viaggi all’interno dell’arcipelago o per mangiare fuori.
  • Quando il covid-19 ha iniziato a diffondersi in Corea del Sud, a fine febbraio, 1.900 ragazzi sono stati arruolati dalla scuola di medicina per servire come medici nella sanità pubblica per 36 mesi al posto del servizio militare obbligatorio. I 1.900 ragazzi, che non potevano rifiutare l’arruolamento, sono stati impiegati nei centri d’assistenza per i pazienti con sintomi lievi, negli aeroporti per controllare i casi provenienti dall’estero oppure per il tracciamento dei contagi. Secondo l’associazione coreana dei medici della sanità pubblica, grazie a loro sono stati effettuati un numero di test quattro volte superiore alla media. Anche se il loro lavoro è stato spesso dato per scontato dal resto della popolazione, sono stati fondamentali per il tracciamento dei contagi e i test diffusi.
  • Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha annunciato che le misure di prevenzione dei contagi imposte il 28 ottobre nella regione che comprende la capitale Manila saranno prorogate fino al 30 novembre. Le restrizioni, che sarebbero dovute terminare il 31 ottobre, rimarranno in vigore anche nelle altre zone più colpite del paese: nelle province di Batangas e Lanao del Sur e nelle città di Iloilo, Bacolod, Tacloban e Iligan. Nelle Filippine i 2.053 nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore hanno portato il totale dei casi attivi nel paese a 375.180. Il calo dei contagi registrato la scorsa settimana era dovuto alla sospensione dei test fatti dalla Croce Rossa filippina. L’ong aveva interrotto le operazioni perché la PhiHealth, assicurazione sanitaria statale, non aveva pagato il suo debito di 931 milioni di pesos (circa 16 milioni di euro). I test della Croce Rossa sono ripartiti tra il 27 e il 28 ottobre, dopo che la PhiHealth ha pagato metà della cifra.

Le ultime ricerche

  • Ottobre, il mese in cui la pandemia di covid-19 è esplosa in una seconda ondata, segna l’inizio della stagione influenzale nell’emisfero nord del pianeta. Se entrambi i virus si diffondessero contemporaneamente, scrive The Lancet, anche i migliori sistemi sanitari avrebbero difficoltà ad affrontarli. Ma nell’emisfero meridionale non è successo. Senz’altro è calata l’attenzione nell’individuare i casi di influenza, vista la concentrazione di tempo e risorse nella lotta al covid, ma è difficile immaginare che tutte le precauzioni prese contro il nuovo coronavirus non ci abbiano protetto anche contro l’influenza. L’anno scorso, per esempio, l’Australia ha avuto quasi 300mila casi confermati di influenza, con 812 decessi. Nel 2020 ha registrato 21mila casi e solo 36 vittime. Ma non è detto che succederà anche nel lungo inverno che aspetta l’Europa, gli Stati Uniti e tutto l’emisfero settentrionale, mentre gli esperti continuano a sottolineare l’importanza del vaccino antinfluenzale.
  • Le stelle del basket statunitense potrebbero segnare punti decisivi nella lotta al covid-19, scrive Nature. I giocatori dell’Nba, negli scorsi mesi, hanno contribuito a scoprire i dettagli di una fase poco conosciuta del ciclo di vita del sars-cov-2: come si comporta nei corpi delle persone appena infettate. Quando, a luglio, è stata costruita la “bolla di Orlando” per terminare la stagione di Nba, gli atleti e i membri dello staff sono stati controllati costantemente dal punto di vista sanitario. Gli scienziati hanno sfruttato la reazione a catena altamente sensibile della polimerasi, che può essere utilizzata per valutare i livelli virali di una persona. I test intensivi su ogni componente all’interno della bolla hanno offerto la possibilità di monitorare questi livelli nelle persone infette che non avevano ancora sviluppato sintomi e in quelle che non si sono mai sentite male. Stephen Kissler, ricercatore di Harvard, e i suoi colleghi hanno analizzato i risultati dei test di 68 persone: i livelli virali dei partecipanti allo studio hanno raggiunto il picco massimo – mediamente – tre giorni dopo il test positivo. I ricercatori hanno scoperto che due test effettuati nell’arco di due giorni possono indicare se il livello virale di una persona è in aumento o in diminuzione, un’informazione fondamentale che potrebbe influenzare le future scelte sul trattamento medico.
  • Una stanza, un bar, una classe: ecco come si trasmette il coronavirus nell’aria. Un grafico realizzato dal País ricostruisce le situazioni a rischio (luogo chiuso, affollato e non areato) e le misure utili a evitare il contagio.

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