27 gennaio 2021 10:42

Stati Uniti-Russia
Il 26 gennaio il presidente statunitense Joe Biden e quello russo Vladimir Putin hanno avuto un primo colloquio diretto in cui hanno raggiunto un accordo per una proroga di cinque anni del trattato sulla riduzione delle armi nucleari New Start, in scadenza il 5 febbraio. I due leader hanno anche discusso del possibile rientro degli Stati Uniti nell’accordo internazionale sul programma nucleare iraniano. Biden ha poi espresso la sua preoccupazione per l’avvelenamento e per l’arresto dell’oppositore russo Aleksej Navalnyj.

Stati Uniti
Il 26 gennaio il procuratore federale Michael Sherwin ha annunciato che finora più di 150 persone sono state incriminate per aver partecipato all’assalto al congresso del 6 gennaio. Altre cinquanta persone saranno chiamate a rispondere delle loro azioni davanti ai tribunali di Washington. Chi ha commesso violenze contro i poliziotti rischia fino a vent’anni di prigione. Nell’assalto sono morte cinque persone, tra cui un agente.

Mali
L’esercito ha annunciato il 26 gennaio che circa cento jihadisti sono stati uccisi in un’operazione congiunta, durata 18 giorni, delle forze maliane e francesi nel centro del paese. Parigi partecipa alla campagna antiterrorista nel Sahel con un contingente di 5.100 soldati, che collabora con gli eserciti di Mali, Burkina Faso, Ciad, Mauritania e Niger.

Tunisia
Il 26 gennaio la polizia ha impedito a centinaia di manifestanti di raggiungere la sede del parlamento a Tunisi nell’ambito di una protesta contro la classe politica per la disoccupazione e l’inflazione. Lo stesso giorno i deputati hanno votato la fiducia a undici nuovi ministri in un rimpasto di governo.

Australia
Il 26 gennaio circa duemila persone hanno partecipato a una manifestazione a Sydney nel giorno della festa nazionale, che commemora lo sbarco dei primi coloni britannici nel 1788, per protestare contro una celebrazione che considerano un insulto alle popolazioni indigene. Alcuni manifestanti sono stati arrestati per violazione delle norme anticontagio che vietano i raduni con più di cinquecento persone.

Nicaragua
Il 25 gennaio è entrata in vigore una legge che introduce nel paese la condanna all’ergastolo. Finora la pena massima era di trent’anni di prigione. L’ergastolo è previsto anche per i casi di femminicidio con circostanze aggravanti come lo stupro o la presenza dei figli della vittima.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it