07 giugno 2021 10:31

Colombia
Il 6 giugno il presidente Iván Duque ha annunciato una profonda riforma della polizia, sotto accusa nelle ultime settimane per la repressione delle manifestazioni di protesta che ha causato più di sessanta morti. In particolare, all’interno della polizia sarà creata una divisione dei diritti umani diretta da un esperto indipendente.

Perù
Secondo i risultati parziali del secondo turno delle elezioni presidenziali del 6 giugno, con il 42 per cento delle schede scrutinate, la candidata di destra Keiko Fujimori è in testa con il 52,9 per cento dei voti, contro il 47,1 per cento del candidato della sinistra radicale Pedro Castillo. Mancano però soprattutto i dati provenienti dalle zone rurali, considerate favorevoli a Castillo.

Messico
In base alle stime dell’Istituto nazionale elettorale, il partito Morena del presidente Andrés Manuel López Obrador è uscito indebolito dalle elezioni legislative del 6 giugno. La formazione di sinistra avrebbe infatti perso la maggioranza assoluta alla camera dei rappresentanti e, insieme ai tre partiti alleati, la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria per approvare le riforme costituzionali.

Pakistan
Il 7 giugno almeno trenta persone sono morte e decine sono rimaste ferite in una collisione fra treni avvenuta nella provincia meridionale del Sindh. Un portavoce delle ferrovie nazionali ha affermato che lo scontro è stato causato dal deragliamento di un treno, che poi è stato colpito da un convoglio proveniente dalla direzione opposta.

Germania
L’Unione cristianodemocratica (Cdu) della cancelliera Angela Merkel ha vinto le elezioni regionali del 6 giugno nella Sassonia-Anhalt, nell’est del paese. La Cdu ha ottenuto il 37 per cento dei voti, contro il 21 per cento della formazione di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd). Il capo del governo regionale Reiner Haseloff è stato confermato per un nuovo mandato.

Ungheria
Il 5 giugno migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Budapest contro il progetto del primo ministro Viktor Orbán di costruire un campus dell’università cinese Fudan di Shanghai nella capitale ungherese. Secondo un sondaggio recente, la maggioranza degli abitanti è contraria al campus, i cui lavori dovrebbero essere completati nel 2024.

Nigeria
Il gruppo Stato islamico in Africa occidentale (Iswap) ha confermato, attraverso una registrazione audio ottenuta il 6 giugno da alcuni mezzi d’informazione, la morte di Abubakar Shekau, leader del gruppo jihadista rivale Boko Haram. Shekau si sarebbe suicidato il mese scorso per evitare di essere catturato dai combattenti dell’Iswap. La sua morte non è stata confermata ufficialmente da Boko Haram e dal governo nigeriano.

Burkina Faso
Il 6 giugno fonti locali hanno affermato che il bilancio dell’attacco compiuto nella notte tra il 4 e il 5 giugno dai combattenti jihadisti a Solhan, nel nordest del paese, è salito a 160 vittime, tra cui quasi venti bambini. Dal 2015 circa 1.400 persone sono morte nelle violenze jihadiste nel paese.

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