03 marzo 2011 00:00

La stravaganza del personaggio, che durante la sua visita ufficiale in Francia ha preteso di dormire sotto una tenda, è stata una tentazione troppo forte. Il 25 febbraio, nel momento stesso in cui Muammar Gheddafi annunciava l’apertura dei depositi di armi e ordinava di sparare sulla folla a Tripoli, il sito di Le Monde ha pubblicato un piccolo dossier che offriva un punto di vista “laterale” sull’attualità.

Sotto il titolo “La légende vestimentaire de Mouammar Kadhafi” si vedono 13 fotografie, scattate durante occasioni ufficiali, che invitano a una curiosa sfilata di moda. Brillante di seta e d’oro, in una serie di tenute che vanno dal blu, al verde, al rosso, con camicie istoriate, in completo grigio con una camicia bianca e nera o in un completo bianco con una grande spilla nera a forma d’Africa (abito indossato per la prima volta in presenza di Sarkozy), il dittatore libico ci viene presentato nei panni dell’indossatore. Le didascalie precisano date e luoghi delle immagini, commentano i vestiti senza dimenticare gli accessori, tra i quali gli occhiali da sole neri o iridescenti.

Queste immagini folcloristiche si vedono ovunque. Gheddafi appare sempre serio, consapevole della sua immagine. Ma la ripetizione di queste foto, considerando anche solo l’aspetto carnevalesco, dà un po’ fastidio. In Libia si muore. Forse non è il momento per la futilità, anche se ironica e in buona fede.

Internazionale, numero 887, 4 marzo 2011

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