07 luglio 2010 00:00

A Cuba circolano molte affascinanti auto d’epoca, scrive Yoani Sánchez. Ma è una necessità, non una scelta.C’è un particolare della nostra realtà che affascina i turisti e sorprende i collezionisti di tutto il mondo: la quantità di automobili d’epoca che circolano per le strade del paese.

Ancora oggi sui viali dell’Avana corrono Chevrolet del 1952 e Cadillac più vecchie dello stesso ministro dei trasporti fanno da taxi collettivo. Questi miracoli a quattro ruote fanno ormai parte del nostro paesaggio quotidiano al pari delle lunghe file, degli autobus strapieni e dei cartelloni politici.

All’inizio, i turisti sono sorpresi ed entusiasti nel vedere il luna park del passato automobilistico. Scattano foto e pagano prezzi esorbitanti pur di provare quei comodi sedili. Ma dopo aver parlato un po’ con l’autista, gli stranieri stupiti scoprono che la carrozzeria di quella Ford secolare nasconde un motore Fiat nuovo e che le ruote sono state prese da una Lada.

A mano a mano che il turista entra in confidenza con il proprietario, scopre che i freni sono un regalo di un amico europeo e che i fari anteriori appartenevano a una vecchia ambulanza.

I turisti si meravigliano del gusto dei cubani per queste reliquie del passato, ma pochi sanno che si tratta più di una necessità che di una scelta. Non possiamo andare da un concessionario per comprare un macchina nuova, anche se abbiamo i soldi per pagarla.

Così dobbiamo rimettere in sesto le vecchie ferraglie. Senza queste macchine del secolo scorso, la nostra città sarebbe meno pittoresca e sempre più immobile.

Yoani Sánchez è una blogger cubana. Il suo blog è tradotto in quattordici lingue, tra cui l’italiano. Vive all’Avana, dove è nata nel 1975. In Italia ha pubblicato Cuba Libre (Rizzoli 2009). Scrive una rubrica settimanale per Internazionale.

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