Cultura Schermi
The smashing machine
Dwayne Johnson
Stati Uniti / Giappone / Canada 2025, 123’. In sala
The smashing machine (dr)

Dwayne Johnson non è il tipo di attore che scompare in un personaggio. Finora, qualunque fosse il ruolo, lui è sempre stato innanzitutto The Rock. Ma nel primo film in solitaria di Benny Safdie (lui e il fratello Josh si sono “separati” dopo Diamanti grezzi) Johnson si è strappato di dosso la sua patina luccicante e offre un’interpretazione nuda e cruda nei panni di Mark Kerr, pioniere delle nascenti arti marziali miste. The smashing machine, ispirato a un documentario del 2022 con lo stesso titolo, racconta l’ascesa di Kerr e la sua caduta, intossicata dagli oppioidi. È un territorio nuovo per l’attore che se la cava abbastanza bene. Fantastica e sfacciata Emily Blunt nei panni dell’esigente fidanzata di Kerr. Wendy Ide, The Observer

Giovani madri
Babette Verbeek
Francia / Belgio 2025, 105’. In sala

Giovani madri segue il percorso di alcune minorenni di Liegi accolte in un centro per madri in difficoltà. Il desiderio di descrivere il funzionamento del centro è portato avanti con uno zelo quasi pedagogico che potrebbe giocare a sfavore del film. Invece arriva a toccare una corda sensibile, come se ogni scena “inutile” che descrive la vita nella casa per madri e figli trasmettesse l’emozione dei registi di fronte all’idea stessa dell’esistenza di un simile luogo: un’anomalia nell’individualismo dilagante che funge da metafora dell’ottimismo dei Dardenne. La loro prosa eloquente e amorevole, chiara nel suo umanesimo, è ostacolata dalle intepretazioni disomogenee delle attrici (non professioniste). Per fortuna i bambini, in carne e ossa, fanno emergere una certa naturalezza.
Sandra Onana, Libération

Dreams
Jessica Chastain, Isaac Hernández, Rupert Friend
Messico / Stati Uniti 2025, 95’. In sala
Dreams (dr)

Non si può certo accusare Michel Franco di eccessiva sottigliezza. Il suo nuovo crudo ed efficiente dramma, presentato a Berlino, affronta in modo sferzante temi come razzismo, conflitti di genere e di classe nell’America contemporanea. Franco offre ai suoi protagonisti l’opportunità di fornire interpretazioni molto intense. Ma qualche sfumatura in più avrebbe giovato al film. Fernando (Hernández), ballerino classico messicano, entra illegalmente negli Stati Uniti per tornare a San Francisco dove ritrova la sua mecenate Jennifer (Chastain) con cui ha una relazione sessuale rovente. Fin dall’inizio è evidente l’enorme divario sociale tra loro. Lei è più grande, più ricca e ha un colore di pelle diverso. Franco esplora le dinamiche tra Fernando e Jennifer in modo avvincente, Chastain è superba, Hernández convincente. Nell’ultima parte tuttavia il film sembra ricentrarsi sulla mascolinità tossica più che su un dramma sui maltrattamenti subiti dagli immigrati. E la storia corre verso un finale fin troppo ovvio ed elaborato.
Geoffrey Macnab, The Independent

Buon viaggio, Marie
Hélène Vincent, Pierre Lottin
Francia 2025, 97’. In sala

Marie (Vincent) è una nonna stravagante che nasconde ai familiari la ricaduta nel cancro e con la scusa di una misteriosa eredità li convince ad accompagnarla in Svizzera dove in realtà conta di porre fine alla sua vita. Efficace nell’umorismo quanto nell’esplorare le emozioni, il film fa dell’apertura verso gli altri il primo passo di un cammino che permette di abitare il mondo con più leggerezza e di lasciarlo con più dignità.
Boris Bastide, Le Monde

Wicked. Parte 2
Cynthia Erivo, Ariana Grande
Stati Uniti 2025, 138’. In sala

Oz non è mai stato così grande e potente. Se il primo capitolo del musical in due parti di Chu è riuscito a stupire il pubblico, il suo seguito offre quello che potremmo chiamare fattore “fiuuu”. Ovvero: meno male che non ha rovinato tutto. Ormai il mondo di Oz è stato costruito e il regista e i suoi collaboratori sono liberi di difendere le streghe come vogliono e addirittura di migliorare il materiale originale: non il romanzo di inizio novecento di L. Frank Baum, ma il musical di successo di Broad-way tratto dal bestseller revisionista di Gregory Maguire.
Peter Debruge, Variety

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1641 - 21 novembre 2025
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