14 febbraio 2018 17:44

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Come si fa a entrare nel circuito gay BDSM come schiavo leather?
–Seeking Answers Concerning Kink

Ci si presenta, SACK.
 “Già esserci è l’80 per cento del lavoro”, diceva qualcuno una volta. È un detto che vale sia per il successo romantico/sessuale sia per quello lavorativo, SACK, ma nel circuito BDSM/leather/fetish il dato arriva tranquillamente al 90 per cento (l’altro 110 per cento è il fatto di essere persone decenti*). Perché se uno non va nei posti kinky – online o reali – le persone che condividono i suoi gusti non possono né conoscerla né legarci. Ma non è che devi fidarti della mia parola…

“Il circuito leather è un posto variegato, con tantissime possibilità e situazioni, a seconda del punto in cui una persona si trova nella vita”, dice Amp di Watts the Safeword, un sito di educazione sessuale kinky che ha un canale YouTube.

“Quand’ero agli inizi ho trovato un gruppetto leather della mia zona che offriva corsi per ogni livello. Era un modo facile per entrare nella comunità e mi ha aiutato a conoscere gente, farmi nuovi amici e trovare compagni di gioco affidabili. Se tu sei un po’ timido e ti trovi meglio online, gruppi del genere hanno a loro volta dei gruppi su Facebook, o pagine su FetLife a cui puoi iscriverti. E su YouTube trovi canali per chiunque si collochi nel ventaglio del kinky, da gay a etero a non binari@ e oltre!”.

“Recon.com è un’ottima possibilità per gli uomini gay”, aggiunge Metal del sito di bondage gay MetalbondNYC.com. “È un sito dove puoi creare un profilo, sceglierti i partner di gioco e anche ‘controllare le sue referenze’. Meglio ancora, se ti è possibile, è andare a eventi come IML, MAL o CLAW, oppure a una serata d’incontri come il New York Bondage Club, dov’è possibile partecipare alle attività in uno spazio sorvegliato e in presenza di altre persone, oppure limitarsi a guardare. Non dimenticare mai il motto “sicuro, sano e consensuale”, e ricordati di avere sempre una parola di sicurezza! Se poi ti va di esplorare il bondage, prendi le dovute precauzioni. Non farti mai legare a casa tua da una persona che non conosci. Se vai a casa sua, comunicalo sempre a un amico o un’amica fidata. E se gli incontri li cerchi online, non usare mai Craigslist”.


“Sii prudente”, consiglia Ruff del blog Ruff’s Stuff. “C’è gente in giro che considera i principianti come prede. Quando qualcuno – dominante o sottomesso che sia – ha troppa fretta di giocare sullo scambio di potere, è sempre un campanello d’allarme. Le persone bisogna prima conoscerle. L’unico modo per stabilire una comunicazione di qualità con un potenziale partner di gioco è parlare. Se a questa persona non va di sbattersi, allora non è quella giusta per te”.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Sono una ventottenne con curiosità bisessuali, e un mese fa ho concluso una relazione di tre anni. È dura: il mio ex è un uomo stupendo, e farlo soffrire è un dolore che si è aggiunto a quello di lasciarlo, ma so che è stata la decisione giusta. Avevamo, tra le altre cose, una vita sessuale moscia, e si faceva sesso a dir poco raramente. Adesso ho voglia di sperimentare, provare rapporti non monogami, fare sesso folle e appagante con chiunque solletichi la mia fantasia. Due settimane fa ho conosciuto uno, e con lui il sesso è una cosa pazzesca. È anche subito scattata un’intesa, e siamo diventati amici.
Il problema? Ho il sospetto che lui voglia un rapporto sentimentale. Dice che è disposto ad accettare le mie condizioni – un rapporto aperto/da trombamici – ma stiamo rapidamente andando verso la relazione. A me lui piace, ma realisticamente non riesco a vederci come una coppia stabile. Spero che riusciamo a trovare una via di mezzo, tipo un’amicizia sessuale in cui si possa star bene insieme, sostenerci a vicenda e sperimentare senza legarci, ma conosco pochissimi casi di rapporti tanto indefiniti che riescono a funzionare senza che uno dei due soffra. Non ne posso più di far soffrire la gente! Hai qualche consiglio?–Hoping Open Peaceful Experiences Feel Unlike Loss

Se “uno dei due potrebbe soffrire” è il parametro che applichi a tutte le tue future relazioni – se è un ostacolo insormontabile – allora, HOPEFUL, ti conviene non uscire né scopare mai più con nessuno. La possibilità costante del dolore non vale come scusa per far soffrire il prossimo inutilmente o con cattiveria; ai sentimenti delle persone bisogna badare, bisogna trattarli con cura. Ma ricordando anche che nessuno ha la sfera di cristallo, e che le persone possono farci male senza volerlo. Non c’è però contatto umano, sessuale o di altro tipo, che non ci esponga al rischio di ferire o essere feriti.

Per cui scopatelo, HOPEFUL, e fallo alle tue condizioni. Ma non escludere la possibilità di una relazione stabile. La qualità del sesso e l’amicizia sono basi solide. Che le relazioni non monogame siano un possibilità lo sai, e la non monogamia si può esplorare anche in coppia. Se puoi avere sia lui sia le tue avventure sessuali, be’, potrebbe essere l’inizio di qualcosa d’importante.


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Sono un gay sui venticinque anni, più attraente della media, a cui piace sculacciare. La cosa strana è che gli unici uomini che trovo da sculacciare sono etero. E non intendo gay non dichiarati: la maggior parte a un certo punto si fidanza con una donna, e lì tra noi finisce. E sono molto chiari sul fatto che non vogliono niente di sessuale. Non che io mi lamenti, sia chiaro. Ma perché non si fanno sculacciare da una donna?
–Seriously Perplexed And Needing Knowledge

Chi te lo dice che non siano proprio queste fidanzate a sculacciarli quando smetti tu? E chi te lo dice che, quando tu li sculacci, loro non chiudano gli occhi immaginando che tu sia una donna? Come fai, poi, a sapere che non sono bisessuali, almeno in fatto di sculacciate? (non solo: di uomini gay a cui piacciono le sculacciate ce ne sono a bizzeffe, SPANK. Se non ne hai ancora trovato uno, posso solo desumere che tu non lo stia cercando).

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Ho qualche dubbio sull’uso del termine “orso” per gli uomini etero come me. Sono grosso, peloso e con la barba. Mi piace che nella comunità gay esista per quelli come me una parola che riflette un approccio positivo al corpo. Per noi etero, però, essere grossi e pelosi significa essere considerati alla stregua di scimmioni: grossi, un po’ scemi e puzzolenti. Se è vero che a volte posso essere scemo e anche puzzolente, mi piacerebbe anche avere un termine che mi definisca in modo mascolino ma attraente. “Orso” va benissimo, ma non vorrei appropriarmene in modo insensibile. Ancora non ne ho parlato con i miei amici gay/orsi (anche se ogni tanto loro mi danno dell’orso) perché temo di non ricevere una risposta chiara. Secondo te va bene che io mi definisca orso, oppure — essendo io un maschio cisgender eterosessuale con un sacco di vantaggi — devo accettare il fatto di non poter avere tutto e magari, per una cazzo di volta, starmene nel mio angolino?
–Hetero Ape Inquiring Respectfully, Yup

“Se ti va di fare l’orso, FAI L’ORSO!”, risponde Brendan Mack, uno degli organizzatori di XL Bears, un gruppo di orsi e ammiratori. “SII TE STESSO! Un etero che si descrive come ‘orso’ non si appropria di un bel niente: è una tipologia fisica, uno stile di vita, oltre che un modo per celebrare se stessi. Gay, etero, pelosi, glabri, grassi, muscolosi: ‘orso’ è un tipo di mentalità. Significa accettare il corpo. Accettare la persona che sei. Se quindi a te va di essere un orso, allora BENVENUTO NEL BOSCO!”.

Matt Bee, il promoter di Bearracuda Worldwide (bearracuda.com), dà ragione a Mack. “Il termine ‘orso’, come qualsiasi nome di animale, è innanzitutto molto spiritoso. Per cui per favore: per definirti usa quello e qualsiasi altra parola che sia rispettosa”.

*La matematica è difficile.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questa rubrica è stata pubblicata su The Stranger.

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