27 novembre 2019 16:21

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna cis eterosessuale sposata e monogama. Io e mio marito abbiamo sempre faticato a trovare un’intesa sessuale, soprattutto perché lui ha un serio problema d’ansia che gli rende difficile fare qualsiasi cosa di nuovo o di diverso. È in terapia da prima che lo conoscessi, ma non mi sembra che gli sia giovato granché. Quest’ansia lo fa chiudere a riccio di fronte a ogni mia richiesta sessuale, perché ha paura di non “farlo bene”. È uno di quelli che non vanno oltre la penetrazione, ma io non è che faccia richieste ardite. Sono cose normali, perfino noiose: parlare delle proprie fantasie, piccoli giochi di ruolo, stare a letto la domenica mattina per fare sesso, eccetera. Tutto questo è escluso. Capisco abbia il diritto di rifiutare specifici atti sessuali, ma non sono tutte cose abbastanza basilari e comuni? Alla penetrazione può arrivarci lo stesso, vorrei solo che prima ci fosse qualcos’altro. Niente. Se gliene parlo sprofonda nella depressione, dopodiché devo passare ore a ripetergli che non è cattivo, per cui lascio perdere. Ho provato a parlare con qualche psicologo di come affrontare il problema, ma quasi tutti cambiano discorso. Uno di loro mi ha perfino detto che è meglio se il sesso non è appagante, perché altrimenti non comunicheremmo bene in altri settori (da lui non sono più tornata). Questa cosa va avanti da così tanto che il mio interesse per il sesso è completamente scomparso. La mia libido, una volta fortissima, è svanita. Quando gli viene voglia di far sesso lo faccio, ma molto malvolentieri. Hai qualche idea su come affrontare la questione con lui evitando che si chiuda? Come fargli capire che sperimentare a letto non è un male, e che non importa anche se non tutto viene perfetto?

– Lost And So Sad

Dovrai costringerlo a smascherarsi, LASS, e sopportare la sua prevedibile crisi di nervi. Vorrà dire ripetergli – per l’ennesima volta – che sei scontenta della vostra vita sessuale, spiegare che prima della penetrazione hai bisogno di intimità e di gioco, comunicare che la tua non è più di una disperata richiesta, ma una condizione non trattabile, e rifiutarti di entrare in modalità badante quando comincia l’episodio depressivo.

Non voglio sottintendere che l’ansia e la depressione di tuo marito siano una messinscena, LASS, né che saperti infelice non possa essere una causa scatenante. Ma se questi episodi depressivi gli permettono di sottrarsi ai discorsi che preferisce evitare – dettando le regole della tua vita sessuale e trattando la tua fica come un sex toy – è anche possibile che l’inconscio di tuo marito li usi come arma. E se continui a entrare in modalità badante – se ogni volta passi ore a rassicurarlo sul fatto che non è cattivo – le tue lamentele non verranno mai affrontate, figuriamoci risolte. Perciò, anche se questo significa passare una serata, un weekend o qualche settimana molto sgradevole, sarai costretta a sollevare la questione e rifiutarti di rassicurarlo. Prima di prendere posizione, raduna tutto l’aiuto di cui può aver bisogno – puoi anche prendere posizione nel corso di un paio di sedute di coppia – e al limite concedigli un unico “Non sei cattivo!”, ma poi diventa inamovibile.

E quando lui si chiuderà, LASS, a farlo riaprire dovrà essere il terapista, non tu.

Quanto al sesso che fate attualmente, quello che affronti malvolentieri e non ti godi: prima smetterete di farlo, LASS, prima tuo marito si renderà conto di dover concedere un pochino (pochissimo!), se vuole continuare a fare sesso. Se e quando lo farà, potrete ispirarvi al manuale del BDSM avanzato, il cui titolo è Piccoli passi. Così come chi si eccita, mettiamo, con le scene di bondage più intense (sospensione, immobilizzazione, eccetera) comincia da quelle soft (mani dietro la schiena, mani e piedi legati al letto, eccetera), anche voi potrete cominciare da qualcosa di poco impegnativo e che a lui riesca con facilità, per esempio far precedere la penetrazione da venti minuti di coccole a letto la domenica mattina.

Francesca Ghermandi

Sono una donna trans bisessuale e vivo in Europa. Un paio di mesi fa ho cominciato a vedermi con una splendida donna che di lavoro fa la escort. Per un po’ è andato tutto benissimo, poi un bel giorno ho detto una cosa insensibile sul suo lavoro e lei si è offesa. Mentre parlavamo di “che cosa siamo” (fidanzate? amanti? compagne?) e delle regole da adottare nel rapporto, le ho detto che avrei preferito non vederla subito dopo un cliente, di aspettare l’indomani. Lei ha reagito come se avessi detto che il suo lavoro è “sporco”, e non era assolutamente mia intenzione. Le ho spiegato che ho relazioni aperte da dieci anni, e che quella è semplicemente una mia abitudine (se sei stata con un’altra persona, allora torna a casa, fatti una doccia, smaltisci le emozioni dormendoci sopra e domani ci vediamo). Mi ha risposto che i suoi clienti non sono amanti, che è una cosa completamente diversa, e che vedersi diventerebbe complicato, visto che lavoriamo in orari diversi. Ho capito subito che aveva ragione, e l’ho detto. Lei per qualche giorno è diventata distante, dopodiché mi ha detto che non pensa di poter stare con una persona che capisce così poco il suo lavoro. Le ho chiesto di concedermi una seconda possibilità, spiegando che prima di lei non avevo mai conosciuto una lavoratrice sessuale, e che dovevo imparare. Ha accettato di continuare a vederci. Ma ha continuato a essere fredda. Cancellava gli appuntamenti, non rispondeva, e alla fine mi ha detto che ha troppa paura di soffrire perché le è già successo tante volte. Mi ha devastato. Ho passato i giorni successivi a letto, bevendo e leccandomi le ferite. Mi stavo innamorando, e la mia linguaccia aveva rovinato tutto. Nel giro di qualche giorno ho ripreso a vivere. Di lì a poco lei ha ricominciato a mandarmi messaggi. Mi chiede com’è andata la giornata, chiacchiera del più e del meno, e io ci soffro. Non so come rispondere. Se ha cambiato idea, sono pronta a ricominciare anche subito, perché è una donna davvero splendida. Ma se è solo per chiacchierare (in modo un po’ insensibile) del più e del meno, so già che finirei di nuovo per soffrire. Non so se dirle di smetterla di scrivermi o andare avanti con i messaggini generici per vedere se portano a qualcosa. Consigli?

– Tearful Escort’s Ex Getting Really Lonely

Se non riuscite a gestire un semplice fraintendimento, TEEGRL, come potrete mai affrontare un conflitto serio? O perdonare un tradimento profondo? Sai, le cose che succedono nelle relazioni di lungo corso.

O meglio, mi correggo: tu sembri perfettamente in grado di gestire il fraintendimento, TEEGRL, ma è la tua ex (fidanzata? amante? compagna?) a non esserci riuscita. Per giustizia nei suoi confronti – devo essere giusto con tutti – va detto che ai lavoratori sessuali capita spesso di sentirsi giudicati da un partner che prima, all’inizio della relazione, aveva finto di accettare il loro lavoro. Il desiderio da te espresso -– non vederla dopo che era stata con un cliente – può facilmente essere letto come giudicante. Ma la tua spiegazione – è stata la regola di tutte le tue relazioni aperte – era ragionevole, e se la tua ex non-si-sa-cosa fosse stata ragionevole a sua volta avrebbe dovuto rendersene conto.

E forse ragionevole lo è, TEEGRL. Forse ha cominciato a messaggiarti parlando del più e del meno perché si sente in colpa e ha capito di aver esagerato. Per sapere quale delle due sia vera – e se lei vuole ancora stare con te – dovrai correre il rischio della temutissima domanda diretta: “Ciao, che bello leggerti! Io vorrei riprendere da dove ci siamo interrotte, se sei ancora interessata. Lo sei? Fammi sapere!”.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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