L’Unione europea dà il consenso alla missione navale contro il traffico di esseri umani

A Bruxelles i ministri degli esteri e della difesa europei hanno approvato un’operazione che avrà lo scopo di individuare e distruggere i barconi nelle acque e nei porti libici

L’Unione europea si prepara a lanciare una missione navale nel Mediterraneo

L’Unione europea lancerà un’operazione navale per la lotta contro il traffico di migranti nel Mediterraneo entro lunedì prossimo, anche se sarà limitata a una sorveglianza rafforzata delle reti dei contrabbandieri in assenza di un via libera delle Nazioni Unite. Il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, spera che i ministri degli esteri dell’Unione possano lanciare a Lussemburgo questa operazione militare che mira, secondo il suo ufficio, a “rendere la vita impossibile” ai trafficanti. La decisione necessita un accordo all’unanimità degli stati membri.

Gli ambasciatori dei 28 paesi si incontreranno “mercoledì, giovedì e di nuovo venerdì” a Bruxelles per approvare la missione operativa del piano, ha detto una fonte diplomatica. “L’obiettivo è di cominciare lunedì”, ha aggiunto. In particolare, giovedì, le autorità militari faranno il punto sui contributi in termini di attrezzature e uomini da parte di ciascuno stato.

Ma l’operazione, che punta all’identificazione e distruzione delle imbarcazioni usate dai trafficanti, comprese le navi più grandi usate per trainare in alto mare le barche di fortuna dei migranti, sarà molto limitata in questa fase. “Si tratterà di ascoltare, vedere, analizzare” le attività dei trafficanti usando navi militari, pattugliamento marittimo, velivoli e sottomarini, secondo una fonte. “Dobbiamo analizzare e capire meglio il problema, il loro modus operandi. Non è mai stato fatto”, ha aggiunto un’altra fonte diplomatica.

“Non si deve immaginare un’armata che sbarca sulle coste libiche”, hanno spiegato da Bruxelles. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non può dare la sua approvazione all’uso della forza senza una richiesta formale del governo libico di Tobruk, quello riconosciuto dalla comunità internazionale. E al momento nessun via libera è arrivato dalle autorità libiche.

Il premier libico Al Ghweil condanna la strategia militare dell’Unione europea nel Mediterraneo

Il governo di Tripoli è pronto a combattere e respingere qualsiasi azione militare che l’Unione europea deciderà di intraprendere nell’ambito dei suoi tentativi di arrestare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo. In un’intervista con l’Independent, il primo ministro di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, Khalifa al Ghweil, ha definito la strategia europea contro i trafficanti di esseri umani analoga alla “mentalità coloniale” italiana nella Libia del secolo scorso. “È completamente inaccettabile nel mondo moderno”, ha commentato.

Secondo il premier islamista, “la risposta” alla crisi dei migranti “non può essere” quella di “compiere attacchi non autorizzati e bombardare le barche”, bisogna invece “prendere parte al dialogo, negoziare e risolvere questo problema che riguarda la Libia e l’Europa”. “Sicuramente questa è la cosa più logica da fare”, ha aggiunto.

Al Ghweil ha ricordato che la sua amministrazione non è stata consultata dall’Unione europea a proposito del piano contro i trafficanti di uomini. “Non possono venire a controllarci, noi non possiamo tornare ai tempi del 1911, con gli stranieri che decidono le cose. Abbiamo la capacità di difendere il nostro mare e la nostra terra, come vi abbiamo mostrato nella nostra storia e anche durante la nostra rivoluzione”, ha insistito il premier di Tripoli.

Il primo ministro ha detto di essere favorevole alla collaborazione con l’occidente. “Abbiamo bisogno del suo coinvolgimento, ma certamente non aiuterebbe se questo coinvolgimento significherà bombardare le barche perché l’Europa ritiene che così si possa mettere fine al traffico di esseri umani. Non succederà, e se l’Unione europea arriverà nelle nostre acque e sulla nostra terra senza permesso, noi ci difenderemo”, ha insistito.

La lettera di trecento esperti contro l’operazione navale dell’Unione europea

Più di trecento esperti di migrazione hanno firmato una lettera aperta in cui criticano l’operazione navale decisa dall’Unione europea contro le reti di trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Sostegono che il piano europeo è “egocentrico”, basato su “una pericolosa distorsione della storia” e sulla stessa logica che ha promosso il business dello schiavismo nel settecento. Leggi

Cosa prevede l’operazione navale decisa dall’Unione europea nel Mediterraneo

I ministri dell’Unione europea hanno deciso di lanciare un’operazione navale contro le reti di trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. Si chiamerà Eunavfor Med, avrà sede a Roma, sarà comandata da un ammiraglio italiano e dovrebbe partire entro la fine del mese prossimo. Leggi

Via libera dell’Unione europea all’operazione navale nel Mediterraneo

L’Unione europea ha dato il consenso a un’operazione navale contro i trafficanti di migranti nel Mediterraneo. Lo ha annunciato il capo della diplomazia europea Federica Mogherini.

L’Unione europea discute della missione navale contro i trafficanti di esseri umani

Il governo britannico metterà a disposizione 200 militari della Royal Marine, una nave, droni e tecnologia destinata all’intelligence al quartier generale militare che guiderà le operazioni armate contro i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. La proposta britannica, secondo il Times, sarà presentata dai ministri degli esteri e della difesa del nuovo governo di David Cameron, Philip Hammond e Michael Fallon, durante la riunione di oggi a Bruxelles con i colleghi europei.

L’immigrazione sarà al centro dei colloqui tra i ministri dell’Unione europea, che dovrebbero approvare la proposta di una missione navale nell’ambito della politica di difesa e sicurezza comune contro i trafficanti di esseri umani, responsabili della morte di tanti migranti nel Mediterraneo. La missione navale, secondo quanto indicato dal vertice straordinario sull’immigrazione del 23 aprile scorso, e poi proposto la Commissione europea nelle sue linee guida sulle politiche di immigrazione e asilo, il 13 maggio, avrà lo scopo di individuare, catturare e distruggere i barconi dei trafficanti nelle acque e nei porti libici. Il piano è stato anche illustrato l’11 maggio dall’alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, da cui gli europei si attendono un mandato per poter operare in acque libiche.

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