Il 5 giugno Donald Trump ed Elon Musk si sono scontrati pubblicamente tra accuse e minacce, dando l’impressione di essere a un passo da una rottura definitiva.

Il presidente statunitense Donald Trump ha affermato sul suo social network Truth social di aver messo fine alla missione finanziaria di Musk, che secondo lui è “impazzito” in seguito a una decisione sfavorevole sulle automobili elettriche.

“Il modo più semplice per risparmiare miliardi di dollari nel bilancio federale sarebbe annullare le sovvenzioni e i contratti governativi con le sue aziende”, ha minacciato in un altro messaggio.

Musk ha reagito affermando sul suo social network X che la sua azienda SpaceX “comincerà immediatamente a mettere fuori servizio il veicolo spaziale Dragon”, usato dalla Nasa per portare gli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale (Iss).

Poche ore dopo ha fatto marcia indietro: “D’accordo, non metteremo Dragon fuori servizio”.

La lite ha fatto precipitare le azioni della Tesla, che hanno perso decine di miliardi di dollari a Wall Street, chiudendo in calo del 14,26 per cento.

Da quando pochi giorni fa l’uomo più ricco del mondo aveva lanciato un attacco frontale contro la legge di bilancio di Donald Trump, definita un “disgustoso abominio”, la rottura sembrava solo una questione di tempo.

Il presidente ha alimentato lo scontro durante un incontro nello studio ovale con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ridotto al ruolo di comparsa.

Durante uno scambio con i giornalisti, trasmesso in diretta, Trump si è detto “molto deluso”. “Elon e io avevamo un buon rapporto, ma non penso sia più così”, ha dichiarato riferendosi all’ex alleato, che il 30 maggio aveva lasciato l’incarico di capo della commissione per l’efficienza governativa, incaricata di tagliare la spesa pubblica.

Musk ha affermato che senza il suo sostegno e i suoi finanziamenti Trump avrebbe perso le presidenziali, accusandolo di “ingratitudine”.

Non ha poi esitato a dichiarare, senza fornire prove, che il nome del presidente sia presente nella lista di Jeffrey Epstein, il finanziere statunitense al centro di uno scandalo di sfruttamento sessuale. La Casa Bianca ha reagito definendo l’accusa “deplorevole”.

Dopo mesi d’idillio, nelle ultime settimane erano aumentate le tensioni tra Musk, sempre più impopolare nel paese, e alcuni alti funzionari dell’amministrazione Trump.

Secondo alcuni analisti politici, ha avuto un ruolo importante anche un’elezione locale nel Wisconsin, che aveva visto la netta vittoria di una giudice democratica alla corte suprema locale nonostante il forte sostegno di Musk al candidato repubblicano.

La lite con Trump non sembra però aver scoraggiato Musk, che il 5 giugno si è chiesto se “non sia arrivato il momento di fondare un nuovo partito politico negli Stati Uniti”.