13 maggio 2016 17:18

La prima volta che la fotografa statunitense Merri Cyr ha incontrato Jeff Buckley era il 1992. La rivista newyorchese Paper le aveva commissionato delle foto per un breve articolo sull’artista. “Non avevo mai sentito parlare di lui prima di allora, ma il mio editor mi disse che sarebbe stato un lavoro adatto a me”, racconta Cyr nel libro A wished for song: a portrait of Jeff Buckley.

Il libro, pubblicato nel 2002, raccoglie le immagini che Cyr fece stampare in grande formato per allestire la chiesa St. Ann di Brooklyn, dove si celebrava il funerale di Buckley, morto annegato nel Mississippi nel 1997. “Quando ho cominciato a cercare un editore, nessuno era realmente interessato. Allora l’ho messo online gratuitamente, ma molti dei suoi fan mi hanno chiesto di farne un libro vero. E uno di loro, che lavorava per la casa editrice Hal Leonard, mi disse che era interessato”.

In quel primo incontro in cui Cyr vide l’esibizione di Buckley sul palco del locale newyorchese Sin-é fu un colpo di fulmine. Buckley aveva 25 anni e aveva appena firmato un contratto con la Columbia. E per Cyr sarebbe stato l’inizio della sua carriera come fotografa di musica. Qualche mese dopo, Buckley chiese a Cyr di realizzare lo scatto per la copertina del suo nuovo album.

Nel 1994 arrivò l’album Grace e Cyr seguì il tour di Buckley tra la Florida e il Texas. Buckley le chiese di fotografarlo nei suoi momenti più privati: a cena, mentre faceva le prove, mentre dormiva. Voleva che le persone vedessero com’era realmente, non come un’icona del pop. “L’ho fotografato mentre era arrabbiato, annoiato, stanco, quelle situazioni in cui normalmente nessuno si lascerebbe fotografare”, ha raccontato Cyr.

Jeff Buckley. So real è la mostra che la galleria Ono arte contemporanea di Bologna dedica alle immagini della fotografa statunitense. Ventidue ritratti di Buckley, che rimarranno esposti fino all’11 giugno 2016.

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