24 agosto 2016 17:20

Dal 9 all’11 settembre torna il Si Fest, il festival di fotografia a Savignano sul Rubicone giunto alla sua 25ª edizione.

Per celebrare questo anniversario importante, gli organizzatori hanno scelto di pensare il festival esplorando il concetto di confine. La metafora non è casuale per un festival che si svolge nell’esatto punto di incontro tra le province di Rimini e Forlì-Cesena, lungo il fiume Rubicone, dove nel 49 avanti Cristo Giulio Cesare pronunciò la frase “alea iacta est” (il dado è tratto).

Una delle mostre più attese del festival è quella di Duane Michals (1932), grande innovatore che ha ridefinito la narrazione per mezzo delle immagini. A Savignano il fotografo statunitense sarà presente con la mostra Dr. Duanus, che propone le opere più celebri (Sequenze, Foto-testi e i Ritratti). La selezione è stata fatta appositamente per il festival dall’archivio di Michals.

Il confine e il suo superamento sono esplorati anche da altri autori. Da sempre interessato alla rappresentazione del paesaggio, Olivo Barbieri (1954) con Adriatic sea (staged) dancing people 2015 ha guardato il litorale adriatico a bordo di un elicottero e ha ritratto i turisti che lo popolano. Da Vasto a Ravenna, Barbieri rappresenta una specie di danza, una cerimonia sociale in cui le persone diventano i segni di una storia.

A Savignano il fotografo russo Danila Tkachenko (1989) porta Restricted areas, un lavoro realizzato perlustrando la Russia, dai confini con il Kazakistan e la Bulgaria fino al polo nord per trovare tutte le aree militari e di ricerca spaziale che sono rimaste segrete durante la guerra fredda. La mitizzazione sovietica del progresso tecnologico per Tkachenko si è lasciata dietro solo rovine su uno sfondo bianco, come a intendere che per ogni progresso arriva sempre una fine.

In programma ci sono anche le mostre di Albert&Verzone, Luigi Erba, Paola Di Bello, Fabio Sandri, Giuseppe Di Mattia, Ulisse Bezzi.

Tra gli eventi speciali, ci sono due progetti collettivi. L’idea di A secret about a secret nasce dall’incontro tra il collezionista Marco Antonetto e la fotografa Silvia Camporesi che hanno selezionato una serie di opere, dalla collezione di Antonetto, per tracciare una particolare storia della fotografia votata a un linguaggio di confine e a uno sguardo non ordinario. Tra le immagini esposte ci sono quelle di Diane Arbus, Luigi Ghirri e Lee Friedlander.

Guido Guidi è coinvolto nel secondo progetto, Una ricognizione, torri dell’acqua in Romagna, ideato per il 50° anniversario della società Romagna Acque, che gestisce l’acquedotto della Romagna. Guidi, con altri sei fotografi (Mattia Sangiorgi, Emanuele Benini, Mario Beltrambini, Nicola Biondi, Sauro Errichiello e Antonello Zoffoli), porta avanti uno studio sulle torri dell’acquedotto che caratterizzano il paesaggio della provincia romagnola.

Parallelamente al festival si svolgerà il Si Fest off, il circuito indipendente dedicato a forme di sperimentazione e ibridazione nella fotografia e nelle arti visive. Tutte le mostre resteranno aperte fino al 25 settembre 2016.

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