06 luglio 2015 13:00

Grecia/1. All’indomani della vittoria del no al referendum, il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato le dimissioni sul suo blog, motivando la sua decisione con la volontà di aiutare il premier Alexis Tsipras a raggiungere un accordo al tavolo dei negoziati. Nel frattempo il presidente russo Vladimir Putin ha parlato al telefono con Alexis Tsipras.

Grecia/2. Dalle istituzioni europee che hanno prestato soldi ad Atene arrivano risposte caute. Il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato che la porta delle trattative resta aperta, ma che bisogna aspettare delle nuove proposte da Atene prima di mettersi a discutere di un terzo piano di aiuti. Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha detto che la vittoria del no complica le possibilità di un accordo, ma che la presenza della Grecia nell’unione monetaria non è in dubbio.

Nigeria. A Jos, città del centro del paese, due esplosioni hanno colpito un ristorante e la moschea dove predica Sani Yahaya Jingir, un leader religioso che si era schierato contro Boko haram. Almeno quindici persone sono state uccise. Il doppio attacco arriva a qualche ora di distanza dall’attentato suicida in una chiesa nella città di Potiskum, nel nordest del paese, nel quale sono morte cinque persone.

Yemen. La coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha bombardato la sede del Congresso popolare generale, il partito dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, alleato dei ribelli sciiti houthi. Nell’attacco sono morte diverse persone tra i dipendenti e le guardie dell’edificio, che si trova nel quartiere di Hadda, nel sud della capitale Sanaa. L’attacco è avvenuto mentre in un’altra zona della città i dirigenti del partito incontravano l’inviato delle Nazioni Unite per lo Yemen, Ismail Ould Cheikh Ahmed.

Iraq. Le milizie curde hanno ripreso il controllo del villaggio di Al Murra, 25 chilometri a sud della città ricca di petrolio di Kirkuk, nel nord del paese. Il villaggio era stato conquistato per qualche ora dal gruppo Stato islamico, in seguito a violenti scontri con i peshmerga. Nella provincia orientale di Al Anbar almeno 24 civili, oltre a una decina di combattenti, sono stati uccisi in un attacco delle forze irachene contro i jihadisti che controllano il territorio.

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